Emanuele Filiberto: “Nemmeno il tempo del lutto, disgustoso come alcuni hanno parlato di mio padre”
Emanuele Filiberto di Savoia è stato ospite della puntata di Verissimo di domenica 10 marzo. Ad un mese dalla scomparsa di Vittorio Emanuele, il principe parla dei giorni prima della sua dipartita, del loro rapporto, ma anche dell'atteggiamento adottato nei confronti di suoi padre.
Gli ultimi giorni di Vittorio Emanuele di Savoia
L'erede di casa Savoia è scomparso lo scorso 3 febbraio, all'età di 86 anni. Si trovava in ospedale da tre settimane, entrato per un'infezione alla gamba, poi guarita, ma nel frattempo sono emerse altre complicanze. Durante il ricovero ha avuto modo di avere accanto tutta la sua famigli, come racconta Emanuele Filiberto:
È successo in un modo molto bello, eravamo tutti con lui, abbiamo potuto essere attorno a lui, parlargli, giorno e notte, è arrivato questo giorno in cui ne ha avuto abbastanza di combattere, fino alla fine ho visto un vero leone, fino alla fine, i medici mi dicevano che il cuore stava facendo uno sforzo. Ci siamo parlati molto in queste ultime tre settimane in ospedale, era totalmente lucido, parlava dei suoi sentimenti, della sua gioventù parlava molto di sua madre. Se n’è andato in un modo sereno. Erano le 6 di mattina, era stanco, mi ha detto voglio riposarmi, ha chiuso gli occhi ed è partito.
Dopo 65 anni insieme, Marina Doria perde il suo compagno di vita, che insieme a lei il 12 febbraio avrebbe compiuto 87 anni. A questo proposito, nonostante la tristezza del momento, Emanuele Filiberto dichiara:
Non sono preoccupato per mamma, ha intorno a lei tanto amore, tante persone, la famiglia, credo che anche lei, poco a poco si prenderà e siamo tutti lì, per dirle che malgrado questo enorme vuoto, la vita continua e non puoi lasciarti andare, devi avere la forza, una dimostrazione di forza per le nuove generazioni.
Il rapporto con suo padre
Il noto volto di Casa Savoia, poi, si è addentrato in quello che è stato il rapporto costruito negli anni con suo padre, un legame fatto di momenti bellissimi e importanti vissuti insieme:
Papà per me non era solo un padre, era un amico, un confidente, una guida, una persona che mi ha trasmesso le sue passioni, l’aviazione, il mare, tutti gli sport me li ha insegnati lui, avevamo una vera complicità. L’insegnamento è che era una persona veramente buona, una persona che malgrado potevi essere la persona più importante, umile, era uguale con tutti, era una persona buona con tutti.
Se dovesse individuare un messaggio che ritiene gli abbia insegnato suo padre, direbbe: "L’amore è l’unità della famiglia" e aggiunge: "Ha avuto una gioventù che non era facile, è una persona che quando era giovane ha sofferto tantissimo, vorrei darti l’amore che non ho mai potuto ricevere dai miei genitori, se un giorno ho potuto creare una famiglia è molto grazie a lui, a quello che ho potuto vedere della mia famiglia".
Le parole della stampa dopo la sua scomparsa
Dopo la scomparsa di Vittorio Emanuele non sono mancati, poi, commenti attorno alla sua figura ed è proprio Silvia Toffanin a sollevare la questione chiedendo come avessero reagito in famiglia:
Ho trovato disgustoso quello che è successo, non ci hanno lasciato il tempo del lutto. Ho visto giornalisti, opinionisti, che giudicavano una persona che non avevano mai incontrato, non riesco a capire il perché, l’ho trovato brutto e triste, più per loro, come ti viene in mente, ad un giorno, due giorni dopo la sua morte, trasmissioni televisive, totalmente inutili.
Di recente, poi, era anche apparso su Netflix un documentario, Il Principe, sul caso di cronaca che ha visto coinvolto Vittorio Emanuele, a Cavallo, in Francia, e in merito alla docuserie Emanuele Filiberto ha dichiarato:
Per lui come per noi, come per tutti, è stato un problema giudicato dall’assise di Parigi, è stato archiviato, perché per 13 anni siamo riusciti a dimostrare che non era lui, vedere questo documentario, come alla fine l’hanno chiuso, come se fosse la confessione. Credo che ognuno debba fare il suo mestiere, su questa cosa non ha sofferto, lui era certo di quello che era successo, si è dimostrato in 13 anni di indagine, con professionisti in ogni campo. Ha sofferto per la fiducia della persona che ha dato alla persona che ha fatto documentario, che non è stata ricambiata, ma è il mondo di una certa parte di giornalisti.
Emanuele Filiberto continuerà le attività del padre
Il compito che spetta ad Emanuele Filiberto, quindi, è quello di portare avanti l'eredità di suo padre, facendosi portavoce dei progetti benefici da lui presieduti, ma non solo e infatti ammette:
Nella mia vita non è che cambia granché, riprendo quello che lui ha fatto, partendo da suo padre, la beneficenza, sono responsabile di poter continuare questi mille anni di storia in modo giusto, con tutta la mia famiglia intorno. Sono anche io un padre e devo fare tanto alle mie figlie, a mia moglie, a mia madre, ho una responsabilità in più.