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“È come se io la chiamassi signor Ronzulli”, battibecco tra Aprile e la senatrice sul caso Khelif

Botta e risposta a In Onda tra la senatrice, che definisce Khelif “il pugile” e la conduttrice che la corregge precisando che si tratta di “una donna”. Ronzulli ha quindi espresso la sua posizione sulla vicenda: “Fossi stata Carini, non avrei gareggiato”.
A cura di Andrea Parrella
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Il dibattito su Imane Khelif continua a tenere banco in Italia e a rappresentare il centro della discussione politica da giorni, alimentando anche il dibattito televisivo quotidiano. Non solo personaggi pubblici di dubbia competenza sull'argomento come Maddalena Corvaglia, assai criticata per le sue posizioni sulla questione negli ultimi giorni, a intervenire sulla questione anche Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, che a In Onda ha avuto un botta e risposta con la conduttrice Marianna Aprile proprio sull'argomento legato alla pugile algerina, che nel frattempo ha raggiunto la finale della sua competizione e si giocherà la possibilità di vincere la medaglia d'oro.

Il botta e risposta tra Marianna Aprile e Licia Ronzulli

Nel corso della puntata dello spazio di approfondimento di La7, Ronzulli ha esordito sulla questione definendo Khelif "il pugile". Aprile l'ha interrotta subito: "La pugile, abbia pazienza ma è una donna". La senatrice ha ribattuto subito: "No scusi, io su questa questione di il e la non ci sto", quindi la conduttrice: "Ma è una donna, è come se io la chiamassi signor Ronzulli". "Se mi chiama senatore, mi fa piacere", ha quindi risposto la capogruppo.

Ronzulli: "Fossi stata in Angela Carini non avrei gareggiato"

A quel punto Luca Telese, l'altro conduttore, ha chiesto a Ronzulli di dire la sua nel merito della vicenda in modo più chiaro e la senatrice si è espressa così: "Mi spiace molto che sia stata oggetto e bersaglio, come sappiamo quando lo sei aumenta anche la pressione e l'ansia che puooi sentire, quindi anche dal punto di vista sportivo può aver inciso. Detto ciò io non mi scandalizzo che in questo momento qualcuno abbia sollevato il tema del testosterone, che esiste. Al posto della pugile italiana non avrei proprio gareggiato, perché le fa onore dire che al di là delle corde ogni avversario è lo stesso, ma se è lo stesso non si costruisce un caso di vittimismo. Io penso che queste regole vadano messe a posto, perché è innaturale fare una competizione alla pari se una persona ha una potenza e un ormone che è equivalente a quello di un uomo – non sto dicendo che è un uomo – quindi la competizione perde di senso".

La posizione di Giorgio Mulè di Forza Italia

Nell'esprimere la sua posizione, insomma, Ronzulli sembra prendere una posizione secondo cui Khelif non avrebbe dovuto gareggiare, un approccio leggermente differente da quello del suo collega di partito Mulè, che in un'intervista a La Repubblica di pochi giorni fa aveva detto: "Imane Khelif non è Frankenstein, si deve rispetto a una donna e a un’atleta. Piuttosto quanto successo alle Olimpiadi deve farci riflettere e intervenire nel mondo dello sport, che è rimasto indietro".

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