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Diodato a Le Iene: “Ci hanno chiesto di scegliere tra lavoro e salute, noi vogliamo essere liberi”

Diodato con un lungo monologo ha parlato a Le Iene dell’importanza del “senso di libertà” che ogni essere umano dovrebbe vivere: “Nella mia città la parola libertà è una parola complessa, per tutti. Da ormai tanti anni ci hanno chiesto di scegliere tra lavoro o salute. Che libertà c’è in tutto questo?”.
A cura di Gaia Martino
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Diodato a Le Iene ieri sera, martedì 25 aprile, con un lungo monologo ha parlato della complessità legata al senso di libertà e alla scelta che ancora oggi ci si trova a dover fare tra lavoro e salute. Il famoso cantante, nel lungo messaggio, riflette anche su alcune tematiche legate a Taranto, la sua città d'origine, dove ogni anno in occasione del 1 maggio si svolge la manifestazione Uno Maggio Taranto Libero e Pensante di cui è direttore artistico.

Il monologo di Diodato

"Oggi è il 25 aprile, festa della Liberazione e tra poco meno di una settimana è il primo di maggio, festa dei lavoratori. Due feste così vicine e dedicate a qualcosa di così importante, la libertà e il lavoro. Io me la ricordo la sensazione che ho provato quando ho lavorato per la prima volta, quando facendo il cameriere ho ricevuto dei soldi in cambio del mio lavoro": così comincia il lungo monologo di Diodato a Le Iene, il cantante nato a Taranto.

Erano soldi che mi ero guadagnato, con cui poter fare quello che volevo: mi sono sentito libero di consumare un mio desiderio. Eppure io vengo da una città, Taranto, in cui ci sono lavoratori che avrei sinceramente difficoltà a definire liberi. Ma non solo loro: nella mia città la parola libertà è una parola complessa, per tutti. Sarà perché da ormai tanti anni ci hanno chiesto di scegliere tra due diritti fondamentali, il lavoro o la salute. Tra il lavoro o l’ambiente, e quindi la salute. Che libertà c’è in tutto questo? Ogni anno il primo di maggio organizziamo a Taranto una manifestazione, una festa consapevole, libera, che conta chi c’è, chi non c’è e anche chi non c’è più. Ogni Uno Maggio, si chiama così la nostra manifestazione, da ormai dieci anni, proviamo a disegnare un destino diverso e diciamo una cosa semplice, che a quanto pare però è semplicemente complessa: “vogliamo essere liberi”.

Il lungo messaggio ai telespettatori si è concluso sottolineando la complessità legata al senso di libertà: "Da dieci anni provo ad allontanare quella voce che mi dice: “Ma non lo vedi quanto sei piccolo, quanto sia piccola e insignificante la vita di un essere umano, formica sacrificabile davanti al potere di interessi enormi”. “Non lo vedi che nella vita è solo una questione di proporzioni? In fondo anche tu, mentre cammini per strada inseguendo ciecamente i tuoi interessi non ti curi delle formiche che schiacci".

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