Cambiano le location, cambiano i conduttori, ma la musica resta sempre la stessa: il Capodanno in Tv è la celebrazione dell'imprevisto, soprattutto se volgare, turpe, scostumato. Quello che è successo a L'Anno che Verrà del 31 dicembre, a pochi istanti dalla mezzanotte, con Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri che ha insultato un tecnico per il malfunzionamento di un microfono, testimonia come l'evento dell'ultimo dell'anno sia di quelli che più di molti altri, forse secondo solo a Sanremo, è calamita per l'inconveniente.
L'esperienza vissuta da Marco Liorni, al suo primo anno alla conduzione di un programma tutt'altro che semplice da condurre, per gestione dei tempi e, come è evidente, dei temperamenti, si è rivelata un battesimo del fuoco. Gli insulti al tecnico da parte del cantante dei Ricchi e Poveri catturati dalle telecamere sono diventati, inevitabilmente, il frammento che ha fatto da sottofondo alla giornata del primo dell'anno, abitualmente trascorsa nel pieno del relax, con l'occhio alle follie della notte precedente, in cui tutto si può. Liorni si è prontamente scusato in diretta, evidentemente carpendo, su segnalazione delle persone che lavorano al programma, dove stava tirando il vento.
I casi precedenti, gli Sms con le imprecazioni in diretta
Le polemiche derivate da questo piccolo caso, destinate a spegnersi nel giro di poche ore e alle quali sono seguite le scuse dello stesso cantante, somigliano molto al caso di qualche anno fa, quando L'Anno che Verrà dava libero sfogo agli utenti mandando in onda gli Sms inviati da casa con gli auguri e i propositi per il nuovo anno. Fioccarono bestemmie e parolacce, come ampiamente prevedibile, ne nacque un caso per il mancato filtro dei messaggi passati in onda e il risultato fu niente più Sms in onda negli anni successivi.
Il Capodanno in Tv, un rischio costante
Capodanno è così, ha le sue sbavature, le sgrammaticature che, in fondo, rispecchiano lo stato d'animo di chi guarda la Tv da casa, stancamente o cantando a squarciagola le canzoni cantate sul palco, tra una portata e l'altra del cenone. È uno spettacolo televisivo che cammina sul ciglio di quel burrone che si chiama imprevisto, che in fondo è elemento costitutivo di una serata goliardica e licenziosa come quella dell'ultimo dell'anno.