Confronti Tv per le elezioni, la Rai sceglie le date del 7 e del 15 settembre
I confronti televisivi saranno, con buona probabilità, un elemento centrale della prossima campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. Confronti che, come vuole la logica dei rapporti di forza politici, interessano sempre di più a quelle forze politiche che devono conquistare consensi, meno a quelle indicate come favorite. Il leader di Azione Carlo Calenda, front runner del Terzo Polo, aveva lanciato la sfida a Giorgia Meloni, Giuseppe Conte ed Enrico Letta per un confronto tv pochi giorni fa. "Noi quattro dobbiamo poter fare un grande confronto in tv – aveva detto al Corriere – per fare capire agli italiani quello che c'è in ballo in queste elezioni".
Confronti politici in Tv, dove e quando vanno in onda
A raccogliere la sfida del confronto Tv c'è prima di tutto la Rai, che in queste ha annunciato che il Tg1 e la Direzione Approfondimento organizzeranno due serate speciali dedicate proprio al dibattito tra i rappresentanti delle principali forze politiche del paese in vista del 25 settembre. Il titolo sarà "Il confronto", si realizzerà su Rai1 e si tratterà di un dibattito elettorale secondo un sistema di ‘regole d’ingaggio’ puntualmente definite per garantire ai protagonisti parità di condizioni e, al contempo, per assicurare ai telespettatori un dibattito che sia quanto più approfondito e coinvolgente”. Ci sono già due date orientative, quelle del 7 e 15 settembre e la messa in onda sarà naturalmente "soggetta alla formalizzazione delle liste elettorali e alla disponibilità delle stesse a partecipare“.
La Tv protagonista della campagna elettorale
Rai potrebbe non essere la sola sede dei confronti politici in Tv durante la campagna elettorale. Sia Mediaset che La7, così come Sky, sembrano disponibili ad aprirsi a una possibilità di questo tipo. D'altronde che la Tv stia avendo un ruolo da protagonista in questa campagna elettorale lo si intuisce anche dal ritorno anticipato di molti programmi di approfondimento regolarmente in onda. Insomma, lo strumento televisivo continua ad essere dirimente per le forze politiche a fini elettorali, ammesso che questa breve campagna elettorale riesca davvero a concedere il tempo di spostare consenso rispetto alle previsioni dei sondaggi.