Anche la Coppa Davis fa la felicità delle televisioni. Il momento d'oro del tennis italiano, oltre alle sorprese di tipo sportivo si sta rivelando soprattutto un caso mediatico. La passione per uno sport che raramente era riuscito ad accendere gli animi del grande pubblico, sta facendo emergere un interesse che ricorda i grandi fenomeni degli sport "secondari", definizione atroce ma pratica nel rendere l'idea di quell'interesse a fiammate improvvise che in passato ha coinvolto atleti italiani capaci di aprire una finestra di attenzione su "altre" discipline sportive.
C'è chi ha menzionato i casi di Alberto Tomba con lo sci, Valentino Rossi con il motociclismo, o ancora le nottate in piedi per le regate di vela di Luna Rossa, che tante volte è stata vicino all'impresa, oltre ai furori estivi per le imprese olimpiche degli azzurri. Fatto sta che, come era accaduto per le Nitto Atp Finals di Torino, con la quasi impresa di Sinner sconfitto in finale da Novak Djokovic, a una settimana di distanzail trionfo in Coppa Davis degli azzurri con in testa lo stesso Sinner conferma un seguito di pubblico fatto di numeri degli dei grandi eventi calcistici.
Gli ascolti dell'impresa italiana in Coppa Davis
Prima l'impresa del sabato, con la sconfitta dello stesso Djokovic sia in singolo che in doppio e l'accesso alla finale, poi l'atto conclusivo con l'Australia della domenica, terminato con la vittoria di Sinner su De Minaur. Match che hanno raccolto un seguito di pubblico a dir poco impressionante, visto che la partita di Sinner, in onda su Rai2 dalle 19:02 alle 20:28, ha registrato 4.662.000 spettatori con il 23.4%. Il dato netto di entrambe le partite è di 3.735.000 con il 22.5% di share. La stessa partita, su Sky, ha raccolto 1 milione 24 mila spettatori medi, con il 5,1% di share. Numeri che significano tutto e niente, frutto di un entusiasmo episodico per qualcosa che non accadeva da 47 anni, oppure di una inattesa passione generale che si appresta a scompaginare le regole abituali dei palinsesti televisivi?
Il punto è tutto qui. Al netto dell'euforia temporanea e di quell'interesse stimolato dalla voglia di concedersi un'escursione fuori dai percorsi predefiniti, il logorio del calcio quotidiano che tiene in piedi il paese, toccherà capire con il passare dei mesi se il fenomeno Sinner sarà in grado di incidere sulla costruzione dei palinsesti televisivi in modo strutturale. Questo perché, a differenza delle Olimpiadi, della America's Cup di vela e alcuni degli eventi sopra citati, il tennis è uno sport che si articola sull'intero anno, con una pausa breve tra la fine di una stagione e l'inizio della successiva, match agli orari più disparati e spesso con dei fusi orari improponibili, nonché durate delle partite variabili e mai predefinite.
La cultura sportiva in Italia può cambiare?
Tutto ciò significa che la televisione in chiaro dovrà mostrare che intenzioni abbia di investire seriamente in uno sport che potrebbe vedere l'Italia protagonista nei prossimi anni. La canzone è rivolta alla Rai, ma anche a Tv8 – lo specchio di Sky in chiaro – fino a SuperTennis, la rete della federazione che nell'ultimo anno ha fatto grossi investimenti acquistando i diritti in esclusiva del torneo degli US Open. La Tv generalista troverà spazio necessario per seguire, se non al pari almeno in scia alla pay Tv, uno sport da sempre considerato elitario, per coltivare un pubblico che ha dimostrato di esistere numericamente ma che va stimolato oltre il grande evento? Le imprese di Sinner e compagnia potrebbero incidere sulla cultura sportiva del paese, cambiarne le traiettorie, scompaginare le gerarchie. Ma se questo accadrà, sarà prevalentemente in base allo spazio che la Tv concederà al tennis. Non dovremo attendere molto per capire come andrà a finire.