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Opinioni

Chiude Che Tempo Che Fa sul Nove, in un anno Fazio ha obbligato la Tv a una svolta

La crisi della Rai, l’addio di Amadeus. Sono solo gli effetti più evidenti del passaggio al Nove di Fabio Fazio, datato un anno fa. Un evento che potrebbe incidere sulle sorti della Tv e condurre, tra le altre cose, a un auspicabile rinnovo dei volti di punta, oltre a dare una scossa ad un sistema con poche idee e molta ricorsività.
A cura di Andrea Parrella
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È trascorso un anno da quell'annuncio che ha rappresentato un terremoto per la Tv generalista. il 14 maggio del 2023 Fabio Fazio annunciava il suo addio alla Rai dopo 40 anni, portando il suo Che Tempo Che Fa sul Nove e aprendo così un nuovo tempo per la televisione in Italia.

Con la puntata 12 maggio si è chiusa la prima stagione del programma in onda sulla rete Discovery, operazione che si è rivelata un grande successo di pubblico e consenso. Con il passaggio al Nove Fazio ha messo alla prova il pubblico coltivato nel corso degli anni su Rai3, poi Rai1, Rai2 e di nuovo Rai3, capitalizzando il consenso di un pubblico molto specifico e politicizzato, disposto a seguirlo anche fuori dal perimetro convenzionale del telecomando.

Gli effetti a catena dopo il l'addio di Fazio alla Rai

Con il passaggio alla rete Discovery, Fazio non ha solo certificato la propria reputazione, ma ha fatto da apripista. Quanto accaduto ad Amadeus negli ultimi mesi, con il conduttore che ha deciso di lasciare la Rai dopo tanti anni per una nuova avventura a Nove, non sarebbe stato nemmeno ipotizzabile un anno fa. Il suo addio alla Rai, che dà il via alla stagione di crisi reputazione più pesante vissuta dall'azienda negli ultimi anni, implicherà una serie di effetti a catena che potrebbero incidere pesantemente sulle attuali dinamiche del piccolo schermo, con un auspicabile rinnovo dei volti di punta della Tv e una scossa elettrica ad un sistema in cui le nuove idee scarseggiano e si vive di ricorsività.

Proprio quando si credeva definitivamente destinata ad un progressivo oblio, la televisione italiana si è ritrovata al centro di una nuova e interessante era, che forse non sarà in grado di risollevare le sorti di questo mezzo di comunicazione, ma contribuirà probabilmente a rompere degli schemi consolidati e apparentemente inscalfibili.

Nove una nuova Canale 5?

C'è chi ha paragonato questa era di Nove a quella della prima Canale 5, negli anni in cui Berlusconi rompeva il monopolio televisivo della Rai a suon di milioni e nuovi linguaggi televisivi. Sarà curioso capire se Nove riuscirà in un'impresa anche solo lontanamente comparabile, fatte le dovute differenze storiche. Sarà soprattutto interessante capire se Fazio andrà, come promesso, oltre Che Tempo Che Fa, un format necessario a traghettare pubblico sulla rete, ma promosso con il proposito di essere una premessa per nuove idee.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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