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Antonio Scurati da Fazio: “Se oggi vuoi vivere tranquillo in Italia, non devi opporti al governo”

Lo scrittore ospite di Che Tempo Che Fa a una settimana dal caso di censura in Rai per il suo testo sul 25 aprile. Scurati contesta il governo e La Russa: “La seconda carica dello Stato non dovrebbe scagliarsi contro un cittadino”. E aggiunge: “La democrazia è sempre lotta per la democrazia”.
A cura di Andrea Parrella
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A una settimana di distanza dal caso mediatico più discusso degli ultimi mesi, la censura del suo monologo su Rai3, Antonio Scurati approda effettivamente in Tv ma lo fa sul Nove, manco a dirlo da Fabio Fazio, che lo accoglie per spiegare il caos degli ultimi giorni. "Io spero di continuare ad essere un professore, uno studioso, uno scrittore, un padre di famiglia. Ho ricevuto molta solidarietà che mi ha scaldato il cuore, così come molti che mi rimproverano. Io sono stato chiamato da un programma Rai e dal nome mi pareva fosse la Tv di stato, di tutti, perfino mia e dei miei lettori, in prossimità del 25, chiamato in quanto autore di 5 libri che studiano e raccontano il fascismo e la resistenza antifascista. Mi sono quindi sentito in dovere di ricordare l'anniversario e scrivere un testo che mi era stato commissionato in cui affermavo, magari con forza, i miei valori e idee, muovendo critiche a chi ci governa e anche questo mi sembrerebbe un compito di uno scrittore". Questa la premessa dello scrittore.

Scurati ha quindi spiegato nel dettaglio cosa sia accaduto, rendendo ancora più chiari i tratti assurdi della vicenda della sua mancata partecipazione a Chesarà di Serena Bortone: "La Rai mi ha mandato la modulistica, ho firmato tutto, ho ricevuto i biglietti di treno, il voucher dell'hotel, stavo facendo la barba quando ho ricevuto la telefonata della conduttrice, che io non conoscevo e non avevo mai incontrato. Affranta, mi annunciava che la mia partecipazione era stata annullatta. Anche lì, non ho preso iniziative, ho taciuto, tutti i giornalisti d'Italia mi chiedevano cose e io non parlavo. Cosa ancor più grave è che a metà giornata il capo del governo decide di pubblicare una cosa in cui, pur dicendo di non sapere cosa fosse accaduto, usa espressioni denigratorie, cercando di mettermi in cattiva luce e farmi passare per avido. Non so se gli italiani si rendano conto che questa è una cosa che in una democrazia non dovrebbe accadere. Che un capo di governo attacchi un privato cittadino con frasi denigratorie". 

La risposta di Scurati a Ignazio La Russa

Scurati, che inizialmente aveva preferito rimanere in silenzio, ha quindi aggiunto di aver provato a prendere la parola cercando di ristabilire delle idee dopo la pubblicazione di Meloni, che lo ha infangato con un post sui social: "C'è un'enfasi eccessiva anche dai tuoi sostenitori. Io non ho detto che sono un bersaglio, ma che da quando ho preso posizioni critiche nei confronti del governo e soprattutto per aver raccontato Mussolini in tre libri, parlando dell'orrrore del fascismo attraverso la letteratura, insomma per il semplice fatto di essere uno scrittore, sono entrato in un mirino. Insultato pesantemente sulle prime pagine dei giornali che fiancheggiano il governo, quando la seconda carica dello Stato ti dà del profittatore (il riferimento è a Ignazio La Russa che nelle scorse ore ha detto che ha fatto già troppi soldi parlando di Mussolini, ndr)". E sempre su La Russa, Scurati ha aggiunto:

La seconda carica dello Stato non dovrebbe fare una cosa del genere, contro uno scrittore o un cittadino, lo Stato non può buttarsi addosso a un individuo. Ma voi lo immaginate domani Mattarella che si sveglia e dice che Fazio è un conduttore pessimo?

"Diciamo che lui è l'unico che non l'ha detto", ha precisato ironicamente Fazio, in riferimento a quanto accaduto negli ultimi anni.  Quindi il tema centrale è diventato quello del denaro, uno degli elementi utilizzati da Meloni nel suo post per attaccarlo: "Questa cosa del denaro è veramente zozza, è come dire a un medico che fa i soldi con la malattia delle persone. Io non faccio i soldi con Mussolini, ma col mio lavoro, lo studio, magari un po' di talento. Al limite se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con lui […] Quelle idee che io cercavo di affermare era il valore della resistenza, il valore della democrazia, il valore sacro della libertà d'espressione. Cose che mi sembravano ovvie e quasi scontate. Non mi sembrava un testo particolarmente originale". 

La seduzione del fascismo in quanto tale, si parla delle capacità di certe logiche comunicative e Scurati, che è prima di tutto uno studioso, dà la sua chiave di lettura: "È strano a dirsi, sono favole antiche che ancora fanno presa su una parte di noi. Il fascismo è una militarizzazione della vita e in quanto tale antitetico alla democrazia. Tutto è battaglia, se la democrazia è il merito, il fascismo è rango e gerarchia, se la democrazia è pace, il fascismo è guerra. Quando si dice che la realtà non è così complessa e tutto è riconducibile a un unico nemico e io sto vicino a te con la forza della violenza, questa semplificazione brutale fa tirare a molti un sospiro di sollievo". 

"Il fascismo fa appello alle nostre paure"

Sulla rinuncia alla complessità, in riferimento a parole come quelle di Vannacci sulla disabilità, Scurati spiega: "La complessità ci rende vivi, che ci fa sentire la vita nella sua fragile bellezza. Ma nei giorni di affanno, quando le cose vanno male o ci sembrano andare male, qualcosa accade. Mussolini capì che l'individuo contemporaneo era oppresso da questa complessità e allora arriva quella risposta di semplificazione, separiamo tutto, dividiamo". Lo scrittore ha quindi esaminato un'altra questione cruciale di cui spesso si parla nel dibattito sui linguaggi della destra e l'incapacità delle opposizioni di incontrare il popolo:

Noi troppo spesso abbiamo questa tendenza a cedere all'alterigia di guardare dall'alto la rozzezza, gli sciocchi. In quel momento gli sciocchi siamo noi. Questo presupposto per cui il capo fascista si identifica col popolo, che chiunque dissenta non è il popolo e non è italiano, a cosa serve il parlamento? Queste cose hanno una presa profonda sugli esseri umani, fanno appello alla paura, ai terrori della notte, a ciò che c'è di più profondo nell'essere umano. Ti fanno sentire minacciato e io, uomo forte, vengo in tuo soccorso. È una favola della buona notte che ti invita a sopire la tua coscienza civica.

Infine Scurati ha parlato della lezione imparata negli ultimi giorni: "Ho imparato che se vuoi vivere tranquillo, in questo momento, in questo paese, non devi criticare il governo. E ho imparato che credevo di sapere, avendo studiato a lungo gli anni bui del fascismo e gli eroi dell'antifascismo e ho capito che la democrazia è sempre lotta per la democrazia. Siamo cresciuti in una generazione privilegiata come se la democrazia fosse un elemento dato, un dono del cielo. Non è così. Ci pensiamo come fosse un albero ad alto fusto che solo il fulmine può abbattere, ma assomiglia più alla pianta della vite, che richiede cure quotidiane, va difesa dai parassiti e curata, giorno per giorno. Solo alla fine, ti dà un magnifico vino". 

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