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Andrea Scanzi da Cattelan: “Mi cambiano i titoli delle interviste, frustrati, non hanno vita sociale” e la redazione insorge

Il giornalista da Alessandro Cattelan si lamenta dei deskisti della sua redazione: “Non hanno vita sociale, li chiamo culi di pietra, il loro potere è cambiare i titoli delle interviste”. Dagospia fa sapere che la redazione del Fatto Quotidiano ha chiesto l’intervento del Cdr.
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"Un culo di pietra è uno che non ha vita sociale, non scrive, non firma, sta in redazione e deve titolare gli altri che fanno i fighi. C'è una certa frustrazione". Sono le parole di Andrea Scanzi, protagonista di un'intervista a Stasera c'è Cattelan, sui famigerati titolisti-deskisti della sua redazione. Il conduttore chiede a un certo punto se è vero che il lavoro giornalistico viene "rovinato" dai titolisti: "Un'altra cosa dalla quale i giornalisti si devono un po' guardare sono i titolisti. Capita di litigare non per colpa di quello che scrivi tu, ma per quello che il titolista decide di tradurre". Scanzi conferma la leggenda metropolitana e, secondo Dagospia, la redazione del Fatto Quotidiano sarebbe insorta, chiedendo l'intervento del Cdr. 

Che cosa ha detto Andrea Scanzi sulla redazione del Fatto Quotidiano

Andrea Scanzi risponde così alla domanda di Alessandro Cattelan:

Funziona che colui che scrive l'articolo non decide il titolo. Sostanzialmente, quello che in gergo viene chiamato "culo di pietra" è uno che non ha vita sociale, non scrive, non firma, sta dentro la redazione e deve titolare gli altri che fanno i fighi e mandano l'articolo. Secondo me, c'è una certa frustrazione. Lo fanno un po’ per punirmi. Sai, è il loro potere, quindi loro leggono quello che tu gli mandi. Nella loro testa la parte più importante è quella che contiene un attacco, un urlo, qualcosa che può far litigare alla persona che ha intervistato.

Poi spiega: "Due esempi di un titolo che mi ha rovinato tutto: Valentino Rossi. Ero con lui e sapeva esattamente come è andata. Mi è successo anche con Cesare Cremonini. È un classico e succede un sacco di volte". Secondo quanto riferito da Dagospia,"i giornalisti del “Fatto”, sparpagliati tra le redazioni di Roma e Milano, si sono uniti come un sol uomo contro la boria di Scanzi e hanno chiesto al Comitato di redazione di prendere iniziative". 

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