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Alberto Angela torna senza Temptation Island e gli ascolti non cambiano: Rai voleva proteggerlo, ma lo ha penalizzato

Il 22 agosto è tornato in onda Noos dopo lo stop di luglio per evitare il confronto con Temptation Island. Gli ascolti dicono che i numeri sono sostanzialmente invariati, dimostrando che questa è la reale dimensione della cultura in Tv quando non si tratta di un evento, anche se c’è il volto di un gigante come Alberto Angela. Rai, credendo di tutelare un suo volto di punta, ha finito per penalizzarlo.
A cura di Andrea Parrella
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Tra le polemiche che più hanno animato l'estate televisiva c'è sicuramente quella che ha riguardato Noos, il programma di Alberto Angela, ideale continuazione del Quark ideato da suo padre Piero. A luglio si era discusso molto, non senza polemiche, della decisione della Rai di rinviare la messa in onda di alcune puntate di Noos per risparmiare il programma dal confronto in prima serata con Temptation Island, fenomeno televisivo degli ultimi anni. "Dobbiamo tutelare un prodotto d'eccellenza", aveva detto l'azienda spiegando le ragioni dello stop.

Gli ascolti di Noos prima e dopo Temptation Island

Nella serata di giovedì 22 agosto il programma di Rai1 è tornato in onda e, proprio in funzione delle polemiche sorte poche settimane fa, è interessante analizzare i dati degli ascolti per capire se i numeri del programma di Angela siano cresciuti in assenza di confronto con il programma di punta dell'estate di Canale 5 condotto da Filippo Bisciglia (che tornerà con una nuova edizione a settembre). Nella serata del 22 agosto Noos ha registrato 1.468.000 telespettatori, share del 12.57% contro il film Sotto il sole di Amalfi 1.742.000 spettatori con uno share del 14% di Canale 5. Numeri confrontabili con quelli di giovedì 11 luglio, quando Noos ha raccolto 1.729.000 spettatori arrivando al 12.61% di share contro 3.629.000 spettatori con uno share del 30.96 di share di Temptation Island, e a quelli del 18 luglio con il programma di Rai1 a 1.532.000 spettatori pari all’11.5% di share e quello condotto da Bisciglia a 3.485.000 spettatori per il 31.1% di share.

I dati, che mettono a confronto prime serate di due momenti dell'anno distinti ma non troppo distanti, consentono di sottolineare un sostanziale equilibrio degli ascolti di Noos, sia che in onda su Canale 5 ci fosse un programma da oltre 3 milioni di telespettatori, che chiude oltre la mezzanotte e doppia Angela in termini di share, sia nel confronto con un film di durata simile al programma di Rai1, che totalizza dati molto simili o di poco superiori.

Alberto Angela e Filippo Bisciglia, conduttore di Temptation Island.
Alberto Angela e Filippo Bisciglia, conduttore di Temptation Island.

Il limite della cultura in Tv

In sostanza il problema, ammesso che un problema esista, non è rappresentato da Temptation Island: la dimensione di Noos è questa. D'altronde un programma di approfondimento scientifico e culturale in prima serata resta un'impresa, anche per Rai1 e anche se il volto di riferimento è Alberto Angela, tra i personaggi televisivi più amati d'Italia. Non è un caso, questo lo abbiamo detto diverse volte in passato (ad esempio dopo lo speciale a capodanno), che l'efficacia di questi contenuti in prima serata si palesi quando ci sono i margini per dare vita a un evento, con una sua singolarità del contenuto, una particolare location o una particolare tecnica realizzativa. È il caso di quanto era accaduto con lo speciale di Meraviglie dedicato a Pompei andato in onda la scorsa primavera, un gioiello televisivo che era stato accolto da grande consenso di pubblico e critica. Insomma, quando il programma di approfondimento si allarga, trasformandosi in qualcosa che va oltre la sua natura settoriale e scaldando i cuori.

Alberto Angela a Pompei
Alberto Angela a Pompei

Al contrario, Noos è un programma di approfondimento serializzato che, per forza di cose, fatica a sfondare nel percepito. Questo non significa che abbia meno valore degli altri contenuti, ma che ha semplicemente una dimensione differente. Dimensione che Rai dovrebbe rivendicare e difendere con coraggio per il suo valore di proposta alternativa all'intrattenimento, perché intrattenimento non è. Alla luce di ciò, la mossa dello stop dello scorso luglio è stata un passo falso: Rai, credendo di tutelare un suo volto di punta, ha finito per penalizzarlo.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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