Yvonne Sciò: “Dopo Non è la Rai ho fatto più di 50 film, ma mi pento di aver detto no a un lungo contratto”

Da uno degli spot più celebri della storia della Tv alla scuola dalle suore, poi Non è la Rai, il no a Brad Pitt, la lite con Naomi Campbell, la carriera da documentarista. Yvonne Sciò si racconta in un'intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua strada nel mondo dello spettacolo, fatta di scelte importanti che hanno condizionato in modo netto il corso delle cose.
Il percorso a Non è la Rai
Dopo la notorietà grazie allo spot Sip, con la celebre frase "mi ami ma quanto mi ami", diventata inevitabilmente un modo di dire, partecipa a Non è la Rai, in realtà per un periodo brevissimo, pur essendo quello uno dei ruoli per i quali è più ricordata. Un contratto breve, quello con la trasmissione, che era stata lei stessa a chiedere. E infatti oggi se ne pente: "Mi sono pentita di aver rifiutato un contratto lungo: avrei guadagnato tanto, ma a quell’età credi negli ideali, i soldi non ti interessano e io avevo paura di chiudermi in una gabbia. Forse è per questo bisogno di libertà che non ho avuto una carriera lineare, ma nella vita non puoi far finta di essere qualcun altro. Dopo, ho fatto una tournée con Mario Monicelli, un film di Nanni Loy con Marcello Mastroianni, ma decisi di trasferirmi a Los Angeles. L’idea che lì nessuno mi conoscesse mi spronava ancora di più ad arrivare. Non mi importava essere popolare, volevo essere brava. Troppe volte mi è stato detto che, se ero bella, non potevo essere brava".
In realtà dell'esperienza aveva parlato anche in una vecchia intervista a La Repubblica, spiegando le ragioni della fine della sua esperienza nel programma: "A un certo momento dovevo mettermi a ballare in costume tra le bolle di sapone. Addirittura avevo dovuto fare una specie di spogliarello per cui prima avevo bevuto due bottiglie di vodka per vincere la vergogna. Insomma, non era quello che volevo”.
Il no a Brad Pitt e l'aggressione di Naomi Campbell
Si torna inoltre a parlare della sua già nota esperienza con Brad Pitt, al quale disse no più volte: "Troppo bello, mi metteva soggezione. La prima volta, a una festa a Los Angeles, lui, dall’altro lato della sala, viene diritto verso di me. Mi guarda e dice: “You look so beautiful”. Io muta, con la mascella aperta. Ogni volta che l’ho visto, mi ha chiesto il numero. Voleva prendere lezioni di italiano e gli consigliai di chiedere al nostro Istituto di Cultura. Pensi che genio…".
A segnare gli scorsi anni anche la denuncia a Naomi Campbell, che la aggredì improvvisamente: "Il perché non l’ho capito. Forse, quella sera era di cattivo umore. È alta due metri, muscolosa, io sono piccolina, me la sono ritrovata addosso, c’era sangue dappertutto. Eravamo amiche da anni, l’avevo raggiunta a Roma dove stava girando uno spot, ma lì disse che volevo rubarglielo: una follia. Le ho fatto causa soltanto perché volevo che si scusasse, ma non si è scusata".