William Hurt e le cause della morte, la lotta contro il cancro alla prostata esteso alle ossa
William Hurt è morto per "cause naturali", come dichiarato dalla famiglia. Il suo stato di salute negli ultimi anni era peggiorato dopo la diagnosi di un tumore alla prostata, estesosi alle ossa nel 2018, ma nessuna correlazione è stata fatta nelle note ufficiali. Il figlio Will ha voluto comunicare così al mondo il decesso del suo amato padre, venuto a mancare una settimana prima del suo 72esimo compleanno:
È con grande tristezza che la famiglia Hurt piange la scomparsa di William Hurt, padre amato e attore premio Oscar, il 13 marzo 2022, una settimana prima del suo 72° compleanno. La famiglia chiede privacy per questo momento delicato.
Un decennio di successi e di fama internazionale quello che travolse Hurt fino al 1989, quando decise di entrare in rehab per liberarsi dalle dipendenze che gli avevano reso la vita impossibile, rovinando irrimediabilmente anche il suo privato: “Il giorno più importante della mia vita è stato quello in cui ho deciso di chiedere aiuto”, dichiarò all'epoca al Washington Post.
La prima notizia sul cancro nel 2015
È stato il The National ENQUIRER a pubblicare la prima notizia sul cancro di William Hurt, poi ripresa dai maggiori quotidiani americani: "Al vincitore premio Oscar, 65 anni, è stato diagnosticato e curato un cancro alla prostata tre anni fa. È in remissione, William ha lavorato per tutto il tempo e ora gode della migliore forma avuta nella sua vita". Poche parole, rilasciate da una persona vicina all'attore, che chiuse l'intervento con "è intenzionato a godere di lunga vita".
La terapia sperimentale nel 2018
Nel 2018, William Hurt si espose pubblicamente parlando dell'adesione a un nuovo trattamento chemioterapico contro il cancro che, riducendo il livello di tossicità della chemio, avrebbe consentito ai pazienti di evitare gli effetti collaterali tradizionali come nausea e caduta dei capelli. In un'intervista dichiarò: "Non volevo sentire la parola chemio, ho combattuto con le unghie e con i denti per cinque anni per cambiare la mia vita in modo che quella parola non mi riguardasse e poi eccola, ero davvero sconvolto". Di lì, sembrò che le cose stessero andando per il meglio ma, dopo soli quattro anni, la notizia della morte ha necessariamente riavvolto un doloroso nastro.
In giuria al Tribeca 2020 e al cinema con Black Widow nel 2021
Era il 2020, anno della pandemia da coronavirus, quando i giurati Judith Godrèche, William Hurt e Sabine Hoffman, in una moderna diretta streaming, annunciarono il vincitore del premio per il miglior lungometraggio internazionale, il regista Jan Komasa per The Hater, durante il Tribeca Film Festival Juried Awards 2020. L'anno successivo, il ritorno sul grande schermo in Black Widow di Cate Shortland con Scarlett Johansson. Ha lasciato il mondo del cinema come doppiatore nella serie animata Pantheon, una produzione del network americano Amc, che a breve dovrebbe uscire come sua opera postuma.