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Weston Cage nega di aver aggredito sua madre: “Non sono io ad aver bisogno di aiuto, ma lei”

Weston Cage ha sostenuto la prima udienza del processo dopo l’arresto a seguito dell’aggressione ai danni di sua madre, l’attrice Christina Fulton. Il 33enne si dichiara non colpevole.
A cura di Ilaria Costabile
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Dopo l'arresto dello scorso 10 luglio per aggressione ai danni di sua madre, Weston Cage, primogenito di Nicolas Cage, è stato rilasciato su cauzione, pagata molto probabilmente dal padre, per poi affrontare un processo in tribunale. Durante la prima udienza a Los Angeles, il 33enne ha negato di aver aggredito sua madre, sottolineando che non è lui ad avere bisogno di aiuto.

Weston Cage nega di aver aggredito sua madre Christina Fulton

Weston Cage era stato arrestato con l'accusa di aggressione a mano armata ai danni della madre, la modella e attrice Christina Fulton. È uscito, poi, su cauzione di 150mila dollari, che con molta probabilità ha pagato suo padre Nicolas. Weston da diversi anni soffre di problemi di salute mentale e in passato ha affrontato anche dipendenze da alcool e stupefacenti, ragion per cui sua madre, fermata dai giornalisti all'ingresso del tribunale ha dichiarato: "Voglio che ottenga l’aiuto di cui ha bisogno". Una volta in aula, però, è stato lui stesso, provando a difendersi, a dichiarare non solo di non aver aggredito sua madre, ma ha aggiunto: "È lei che ha bisogno di aiuto". A udienza conclusa, il giudice ha emesso un ordine restrittivo con il quale ha vietato al 33enne di contattare o avvicinarsi a sua madre, fin quando il caso non sarà chiuso.

Il racconto dell'aggressione

L'aggressione, in realtà, sarebbe avvenuta a fine aprile e Weston ha ricevuto un mandato di cattura lo scorso giugno, dopo il quale si è presentato spontaneamente alle autorità; ed è così che la vicenda è venuta alla luce. In un'intervista alla testata People, Christina Fulton ha raccontato di essere intervenuta quel giorno per sedare suo figlio, in preda ad una delle sue crisi, lui per ribellarsi e divincolarsi le ha procurato diverse contusioni:

Weston e io non avevamo litigato prima dell’incidente. Domenica 28 aprile mi hanno contattata alcuni dei suoi migliori amici chiedendomi aiuto, perché stava attraversando una brutta crisi. Al mio arrivo mio figlio era chiaramente in uno stato di esaurimento nervoso. Una situazione che si è presto trasformata in un'esperienza orribile. 

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