Vittorio Sgarbi sulla multa in Svizzera: “La mafia mi minaccia, ricorderete la sorte di Marco Biagi”
Vittorio Sgarbi è tornato a parlare di quanto è accaduto in Svizzera dopo le ultime dichiarazioni di Norman Gobbi, il ministro leghista del Canton Ticino, che il critico d'arte ha per l'appunto definito in un video pubblicato su Facebook "l'amico di Salvini". Il parlamentare torna sulla questione per ribadire che quanto dichiarato sul suo conto non corrisponde al vero e che, invece, i motivi per cui ha utilizzato i lampeggianti sono legittimi perché minacciato dalla mafia.
La difesa di Vittorio Sgarbi
Un video su Facebook per spiegare, ancora una volta, le sue ragioni. Così Vittorio Sgarbi risponde alla stoccata di Gobbi che gli ha contestato "la prepotenza" con cui a bordo dell'auto blu, munita di lampeggianti, avrebbe sorpassato una lunghissima fila di macchine. Il critico d'arte sottolinea che non è stato compiuto alcun reato e, anzi, ringrazia il suo autista:
Adesso basta, sono in Sicilia, sono stato sindaco di Salemi comune sciolto per mafia, con minacce ricevute ogni giorno per aver difeso il paesaggio della Sicilia, dove c'è la mafia e la mafia c'è anche in Svizzera e la mafia c'è ovunque. Allora voglio rigraziare Domenico Valerio, la persona che ha ritenuto opportuno garantire la mia sicurezza e che è stato ingiustamente multato dai suoi colleghi che ritengono che al confine con la Svizzera la mafia si fermi.
Il discorso continua e rivolgendosi a Gobbi e dicendo che l'auto blu non è un privilegio, ma un bene da lui pagato, come anche l'autista nonché agente che la guida, riceve da lui un compenso: "Ma ha avuto l'incarico dal Ministero di tutelarmi per eventuali rischi che conseguono a minacce che io ho ricevuto e continuo a ricevere" aggiunge Sgarbi che rincara la dose: "I lampeggianti non sono un privilegio, sono per i magistrati, deputati qualche volta, ministri che hanno avuto minacce, come una persona riconosciuta e riconoscibile come sono io".
Il paragone con Marco Biagi
Il video continua con Vittorio Sgarbi che per avvalorare la sua tesi, parla anche di un episodio noto della cronaca italiana, ovvero la morte di Marco Biagi al quale fu tolta la scorta e dopo poco fu ucciso. Il critico d'arte, quindi, inveisce contro Gobbi:
Domenico Valerio ha fatto il suo dovere, il compito che gli hanno affidato è di difendermi, il signor Gobbi mi avrebbe lasciato uccidere dalla mafia. Perché la mafia dovrebbe ucciderla? Avrete il ricordo di Marco Biagi, cui è stata tolta la scorta ed è stato ucciso. Ora la mia esposizione è nota a tutti.