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Valeria Golino: “Al provino per Pretty Woman arrivai seconda dopo Julia Roberts, mi soffiò due film”

Valeria Golino racconta i ruoli cui è stata costretta a rinunciare dopo essere stata superata in finale ai casting da Julia Roberts: “A un film rinuncio e presero me, poi cambiò idea”.
A cura di Stefania Rocco
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A interpretare il ruolo di Vivian Ward nel film “Pretty Woman” sterebbe potuta essere Valeria Golino. È quanto rivela l’attrice e regista in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera cui racconta le vicissitudini che l’hanno vista, in ben due occasioni, competere con l’attrice hollywoodiana. Golino è un volto del cinema italiano noto anche all’estero. Diverse le produzioni internazionali alle quali ha preso parte con ruoli di rilievo: da "Rain Man – L'uomo della pioggia" che la vide recitare al fianco di Tom Cruise e Dustin Hoffman a "Lupo solitario" con Sean Penn, oltre a "Via da Las Vegas", "Frida" e "Hot Shots!”. E, rivela oggi l’attrice, ha sfiorato “Pretty Woman” classificandosi seconda ai casting dietro Julia Roberts:

Dustin Hoffmann mi regalava vitamine, Tom Cruise affettuosamente mi regalava quadri e orologi. Sono aneddoti che quasi non mi riguardano più. Sono successe tante altre cose belle e mancate, a parte il provino per Pretty Woman quando ero rimasta l’unica accanto a Julia Roberts. Ecco, c’è una cosa che non ho mai rivelato. Ancora Julia Roberts mi fu preferita a Linea mortale di Joel Schumacher. Anzi, andò peggio. Lei rinunciò al film, poi due giorni prima che firmassi il contratto (e avevano riscritto la storia su di me) ci ripensò. Presero lei.

Valeria Golino: “Con Riccardo Scamarcio ci vogliamo bene”

Spazio anche per l’amore con Golino che confessa di avere mantenuto un ottimo rapporto con alcuni dei suoi ex compagni più famosi: “Se ti riferisci a Riccardo Scamarcio o a Fabrizio Bentivoglio, se non ci si è fatti deliberatamente del male ci si vuole molto bene. E con loro due è così. Anch’io, con altri, ho fatto del male. Da sei anni sto con Fabio Palombi, che non fa cinema ed è più giovane di me. Per gli altri non penso sia un problema. Per me nemmeno, non ancora”.

“Quote rosa? Il suo della parola mi imbarazza”

La regista de “L’arte della gioia” conclude infine con una riflessione sulle cosiddette “quote rosa”, tema a proposito del quale fa una distinzione netta: “Se parliamo di equità dei salari è ancora una battaglia lunga e sacrosanta. Le quote rosa, già il suono di queste due parole mi imbarazza. Non è per me”.

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