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“Ti farò intitolare un grattacielo a Dubai”, le promesse di Andrea Piazzolla a Gina Lollobrigida

Il giudice ha concesso le attenuanti generiche ad Andrea Piazzolla perché si è preso cura della Lollobrigida fino alla sua morte. Emergono i dettagli dalla sentenza: “Ha fatto una grande opera di suggestione con lo scopo di entrare nelle grazie dell’attrice”.
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Il caso Piazzolla-Lollobrigida continua a campeggiare sulle cronache odierne. Un caso di manipolazione che è terminato con la condanna dell'uomo 36enne a tre anni di reclusione. L'accusa è di aver sfruttato le debolezze di Gina Lollobrigida, scomparsa nel gennaio 2023, per arrivare al patrimonio da 10 milioni di euro. Circonvenzione d'incapace: questo è il reato contestato. Il giudice ha comunque concesso le attenuanti generiche a Piazzolla perché "si è fatto carico dell'assistenza e della cura della Lollobrigida fino alla sua morte". Emergono alcuni dettagli dalla sentenza di condanna: il primo è che lui ha dichiarato di non sapere chi fosse, il secondo è che al primo incontro spunta fuori la promessa di intitolare un grattacielo a Dubai alla diva. Il giudice ha comunque concesso le attenuanti generiche

Il racconto del primo incontro tra Andrea Piazzolla e Gina Lollobrigida

Il primo incontro tra Andrea Piazzolla e Gina Lollobrigida avvenne nell’estate del 2009. L'attrice stava organizzando una mostra delle sue sculture negli Emirati Arabi e, incuriosita dai racconti degli amici, decise di incontrare il giovane Piazzolla nella sua villa sull'Appia. Piazzolla, accompagnato dai genitori e dallo zio, avrebbe a questo punto presentato alla Lollobrigida l'idea di intitolare un grattacielo a Dubai col suo nome. Durante l'incontro, Piazzolla si ricordò della Lollobrigida come la Fata Turchina del "Pinocchio", un ricordo che creò una connessione emotiva tra i due considerato il fatto che lei stessa era molto legata a questo personaggio.

Il giudice: "Una potente opera di suggestione"

Proprio in quell'incontro, come ha sostenuto il giudice Marco Marocchi, Andrea Piazzolla farà "una grande opera di suggestione" attraverso affermazioni "in gran parte mendaci con lo scopo di entrare nelle grazie dell'attrice". Presto, Piazzolla viene considerato dalla Lollobrigida come una sorta di angelo custode. Una mossa che avrebbe portato, come scritto dal giudice, a una serie di passaggi che hanno impoverito il patrimonio della diva: dalla nomina ad amministratore unico della Vissi d’Arte srl, alla gestione dei conti correnti e del patrimonio dell'attrice, compresi investimenti non autorizzati. Questi hanno portato un impoverimento progressivo del patrimonio di Gina Lollobrigida, attraverso spese del tutto prive di controllo anche attraverso donazioni sproporzionate ai familiari di Piazzolla, senza interventi notarili. Tutto questo ha portato alla condanna di Piazzolla.

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