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Thelma Fardin in lacrime dopo la condanna di Juan Darthes: “Non ho mai cercato vendetta, solo giustizia”

Thelma Fardin, l’attrice de Il Mondo di Patty che subì violenza da Juan Dhartes, uno degli attori adulti della serie, ha commentato la condanna a sei anni dell’ex collega. La 31enne sottolinea come sia importante non cadere nei pregiudizi e non arrendersi nel cercare giustizia.
A cura di Ilaria Costabile
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A poche ore dalla notizia della condanna di Juan Darthes, l'attore de Il mondo di Patty accusato di aver abusato delle collega Thelma Fardin, l'attrice ha commentato su Instagram l'esito del processo, pubblicando una foto in cui è visibilmente commossa. La 31enne ha scritto, poi, un lungo messaggio in cui ha voluto ringraziare coloro che in questi anni l'hanno sostenuta, che non hanno mai smesso di supportarla in questa battaglia e che hanno creduto che la verità, prima o poi, potesse venire a galla.

Le parole di Thelma Fardin

Parlare di violenze, soprattutto nel mondo dello spettacolo, ai danni di attrici minorenni non è semplice, soprattutto perché per la vittima significa far riemergere un dolore che difficilmente può essere cancellato. Ed è su questa sofferenza che Thelma Fardin ha fatto leva per riuscire a conquistare la giustizia che da quando aveva 16 anni avrebbe meritato: "Grazie a tutte le persone che mi hanno accompagnato, a tutti coloro che mi hanno creduto, appoggiato e sostenuto. Coloro che hanno visto il mio dolore e mi hanno aiutato ad andare avanti" scrive pubblicando uno scatto in cui tiene il suo volto tra le lacrime. Il messaggio, poi, continua:

Non ho mai cercato vendetta, volevo dare giustizia e risarcimento a quella bambina che sono stata. Volevo poter guardare negli occhi degli miei figli e dirgli che ho fatto tutto quello che potevo perché il mondo che nel quale li avrei portati fosse più giusto.

Oggi questo è un messaggio di speranza per tutte le persone che hanno sofferto e che attualmente stanno subendo violenza. È la speranza che la giustizia possa arrivare. Per quanto forte possa essere la persona, per quanta più complicità che si incontra da parte del sistema. Mi dissero di andare in tribunale e sono andata, sono arrivata fino in Nicaragua, mi sono sottoposta ad esami infiniti. Dovevamo trovare giustizia in Brasile dove si è rifugiato l’uomo che abusò di me. Ci siamo rivolti alla cooperazione nazionale e oggi abbiamo ottenuto una sentenza storica, che costituisce un precedente per molte altre vittime.

Ma la giustizia la costruiamo tutti, pe questo è fondamentale che se qualcuno ti racconta la sua storia, il suo dolore, no lo si deve giudicare o dargli colpe. Abbiamo bisogno di empatia e accoglienza per poter permettere che più persone parlino. I pregiudizi ci sono sempre stati sulle vittime, quando il giudizio dovrebbe essere solamente sui colpevoli. La giustizia molte volte non è riparatrice, per questo deve esserlo il racconto sociale.

E ancora, l'attrice parla del suo paese, l'Argentina, sottolineando l'importanza di questa condanna: "Oggi alla fine abbiamo un messaggio contro l’impunità, ma sappiamo che non è la realtà nella maggioranza dei casa. Oggi in Argentina solo al 15% delle denunce segue una condanna e in America Latina la cifra è ancora più triste, solo l’1%. Naturalmente non c’è nessuno che vorrebbe sottoporsi ad un processo così estenuante, doloroso e devastante per divertimento, è aberrante che possano anche immaginare una cosa del genere. Quello che abbiamo è un sistema manchevole. E per cambiarlo continueremo a lavorare. Oggi con una quota di speranza". 

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