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Steven Spielberg: “Antisemitismo, razzismo e xenofobia crescono se non se ne parla”

Il regista di Schindler’s List al TIME100 Summit 2023: “Il modo migliore per combattere antisemitismo e razzismo è continuare a parlarne, perché appena si smette di farlo questi fenomeni peggiorano”.
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Steven Spielberg, presidente della Fondazione Shoah e regista di uno dei film più belli della storia del cinema, Schindler's List, ha parlato di antisemitismo al TIME100 Summit 2023: Innovation for Tomorrow. Nel corso dell'incontro organizzato a New York dalla rivista Time con personalità di ogni campo, dalla politica alla cultura, dalla scienza, all'attivismo, il regista ha spiegato: "Non si può parlare di antisemitismo senza parlare di xenofobia e razzismo, è molto importante affrontarli insieme".

Le parole di Steven Spielberg

È un momento molto difficile per gli Stati Uniti d'America che ha visto quasi raddoppiare gli episodi di antisemitismo, tra il 2021 e il 2022: "È il più alto aumento da quando si è iniziato, nel 1979 a monitorare il fenomeno e nella mia vita non ho mai visto una situazione negativa come quella che c'è ora".

Per sensibilizzare su questi argomenti noi partiamo dalle scuole. Il modo migliore per combattere antisemitismo e razzismo è continuare a parlarne, perché appena si smette di farlo questi fenomeni peggiorano.

La crisi del cinema e il prossimo Indiana Jones

Steven Spielberg ha anche parlato del prossimo Indiana Jones e il Quadrante del Destino, film da lui prodotto e diretto da James Mangold: "Ho partecipato a una proiezione un paio di giorni fa con James Mangold e molti manager Disney. Hanno tutti amato il film, è molto molto bello, sono fiero di quello che ha fatto Jim. Quando si sono riaccese le luci in sala mi sono girato verso il gruppo e gli ho detto ‘Accidenti, pensavo di essere capace solo io di fare uno di questi". E sulla crisi del cinema ha detto: "Quello che spaventa un po' di più è il fatto che il pubblico, soprattutto quello più adulto, non stia tornando in sala per i film di fascia media, quelli drammatici o anche le commedie. Sono numeri di cui abbiamo bisogno per poter dire che il cinema in sala è tornato in salute. Io però sono ottimista".

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