Squilla il cellulare in platea, Silvio Orlando ferma lo spettacolo: “È fastidioso vedere i volti che si illuminano”
Sebbene dovrebbe essere una prassi più che diffusa, c'è ancora chi a teatro, durante la messa in scena di uno spettacolo non esita a controllare, spesso e volentieri, il cellulare, procurando fastidio non solo ai vicini di poltrona ma anche a chi si trova sul palcoscenico. È quello che è successo a Bologna, dove Silvio Orlando, in scena con I Ciarlatani, ha rimproverato chi ha più volte preso il telefono.
Silvio Orlando sull'uso dei telefoni a teatro
"Non è mia intenzione drammatizzare l’accaduto, sono cose che succedono non vorrei creare un caso" dice l'attore, che però sottolinea come questa pratica dovrebbe essere bandita: "Dico solo che ci sono momenti dello spettacolo in cui non si può sorvolare, perché richiedono una forte attenzione". Orlando giustifica l'accaduto sostenendo anche che ci sono più probabilità che accada quando la platea è piena: "Conosciamo quali sono i vizi e le virtù dei nostri concittadini". Al Corriere della Sera, l'attore si dice perplesso all'idea che si debba comunicare di non utilizzare i telefoni ad ogni messa in scena e parlando dell'ipotesi di far consegnare i cellulari prima dell'ingresso in sala, come fece Bob Dylan, dichiara:
Non saprei, spesso ci sono persone anziane che banalmente non sanno far funzionare i cellulari. Prima degli spettacoli faccio un annuncio, in questo caso non l’ho fatto perché mi sembrava di rompere l’atmosfera iniziale. Non ho idea se sia fattibile. C’è una questione organizzativa molto complessa e complicata. Inoltre penso a quelle persone, tipo i medici, che devono essere sempre raggiunte.
Dal punto di vista di chi si trova sul palco a recitare, ad essere fastidiosa non è solo la suoneria che rompe il silenzio, ma anche la luce stessa del telefono: "Devo anche dire che il fastidioso squillo è molto diminuito negli anni, sostituito da un altro fastidioso fenomeno, quello dei messaggi. Si vedono spesso in platea visi che si illuminano ripetutamente perché stanno messaggiando durante lo spettacolo". Infine, Orlando si dice non propenso a fermare lo spettacolo perché "si può creare un dibattito in sala che disturba ancora di più la fruizione" e infine, definendola una "battaglia di civiltà" aggiunge: "Alla fine si tratta di una prepotenza che subisce la stragrande maggioranza del pubblico da parte di pochi spettatori".