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Sofiane Bennacer, fidanzato di Valeria Bruni Tedeschi, accusato di stupro da tre donne

Il fidanzato di Valeria Bruni Tedeschi accusato di stupro da tre donne. È il protagonista del suo film “Forever Young. Les Amandiers”. La regista: “È solo linciaggio mediatico”. Anche Carla Bruni sostiene l’attore e attacca Libération: “Vergognatevi”.
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Sofiane Bennacer, il fidanzato di Valeria Bruni Tedeschi nonché protagonista del film da lei diretto "Forever Young. Les Amandier", è stato accusato di stupro da tre donne. La prima pagina di Liberation è tutta per lui: "Lo scandalo dei mandorli", citando proprio il film nelle sale dal 1 dicembre. Valeria Bruni Tedeschi parla di "linciaggio mediatico" e lo difende dall'Italia: "L'indagine penale è in corso, trattamento senza alcun rispetto". Anche Carla Bruni è intervenuta con un post su Instagram per difednere l'attore: "Vergognatevi Liberation: quando crocifiggete qualcuno sulla vostra prima pagina senza sapere se è davvero colpevole, vi fate beffe della democrazia". 

Di cosa è accusato Sofiane Bennacer

Sofiane Bennacer è oggetto di due incriminazioni per stupro da due ex fidanzate e una terza per violenza contro il coniuge. L'attore 25enne si è sempre dichiarato innocente. C'è una quarta denuncia, presentata da un'altra ex dell'attore, nel quale l'attore si è sottoposto allo status di "testimone assistito". I fatti sarebbero avvenuti presso il Teatro Nazionale di Strasburgo. Tutto questo mentre il film Les amandiers è stato presentato prima a Cannes e poi è uscito in sala, in Francia, il 16 novembre dove è stato visto da più di centomila persone.

La prima pagina di Liberation
La prima pagina di Liberation

Le parole di Valeria Bruni Tedeschi

Valeria Bruni Tedeschi è a Roma per presentare il film che uscirà nelle sale il 1 dicembre. Attraverso una dichiarazione alla stampa, ha difeso il suo compagno: "Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. Tengo ad esprimere, innanzitutto, il mio grande rispetto per la libertà di parola delle donne e il mio profondo attaccamento al fatto che possano essere ascoltate. Sono stata io stessa vittima di abusi durante la mia infanzia e conosco il dolore di non essere stata presa sul serio. Ciò non mi impedisce, tuttavia, di essere sbalordita, leggendo il quotidiano Libération, di vedere il trattamento riservato a un giovane uomo oggetto di un’indagine penale in corso, senza alcun rispetto per le persone che stanno lavorando su questa indagine, né per il principio di presunzione di innocenza. Sono rimasta artisticamente impressionata da Sofiane Bennacer sin dal primo secondo del casting del mio film e ho fortemente voluto che ne fosse l’attore principale nonostante le voci che circolavano, di cui ero a conoscenza".

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"Linciaggio mediatico"

Valeria Bruni Tedeschi ha anche raccontato che i produttori avevano espresso timori e riserve: "Ma gli ho comunicato che queste voci non dovevano mettere in discussione questa scelta e che era impensabile per me fare il film senza di lui. Ad oggi, è chiaro a tutti che non è stato ancora giudicato, e questa scelta editoriale non è secondo me altro che un puro linciaggio mediatico, ben lontano dalla volontà di informare in modo obiettivo e imparziale. Non devo esprimermi sulla mia vita privata, ma visto che sono tenuta a renderne conto, voglio dire che abbiamo effettivamente una relazione amorosa, ma questo rapporto è iniziato molto dopo la fine delle riprese, ed è basato innanzitutto su un’amicizia profonda. Ora, non vorrei più parlare di questo, parliamo del film".

Le accuse respinte dal produttore

Patrick Sobelman, uno dei due produttori del film: "Non è possibile fermare la produzione del film, era assolutamente impossibile fermare il film prima della sua uscita. Era assolutamente impossibile interrompere le riprese e licenziare Sofiane per un motivo molto semplice. Non avevamo alcuna base legale per farlo". Ma Libération scrive che le riprese si sono svolte in un clima di "omertà". Il produttore ammette:

Ci può essere stata un’atmosfera complicata per alcuni perché si sono trovati in una situazione che non volevano e che ha gettato un dubbio, un’ombra e da quando abbiamo saputo della sua incriminazione, un mese fa, che c’erano quattro diverse denunce, non è la stessa cosa, non lo sapevamo e lo abbiamo saputo nello stesso momento di tutti gli altri.

Il post di Carla Bruni

In un post su Instagram, Carla Bruni – sorella di Valeria Bruni Tedeschi – ha voluto difendere il giovane attore accusato di stupro: "Vergognatevi", ha scritto attaccando il giornale progressista.

Uno dei fondamenti della nostra democrazia è la presunzione di innocenza. Senza la presunzione di innocenza tutta la giustizia è casuale, opinabile, possibilmente corrotta. Sono 40 anni che Libé ci dà lezioni di morale, ma visibilmente la presunzione di innocenza gli è completamente estranea. Condannare sulla prima pagina di un giornale, di questi tempi, è condannare tutto in forma breve. È crocifiggere qualcuno, senza nemmeno sapere chi è veramente. Questo sta minando uno dei fondamenti delle nostre democrazie.

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