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Sigfrido Ranucci pronto per Report: “Difendo Rai 3 che perde identità, io sono rimasto per amore”

Sigfrido Ranucci in una lunga intervista al Corriere parla del nuovo Report, in partenza dall’8 ottobre e dell’amore che lo lega alla Rai: “Difendo quella Rai3 che era un pezzo dell’identità della Rai che stiamo perdendo”.
A cura di Gaia Martino
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Sigfrido Ranucci è pronto a tornare in onda con il suo programma Report, in partenza dall'8 ottobre su Rai 3, ma di domenica, dalle 20.55. Prende il posto di Che tempo che fa di Fabio Fazio, passato a Discovery: "Credo nella qualità del nostro lavoro, ma il contesto competitivo è cambiato. Avremo contro Fabio Fazio, Gramellini, le partite, e forse, chissà, anche qualche fiction Rai. Come entrare in una giungla", le parole del conduttore televisivo al Corriere.

Le parole di Sigfrido Ranucci

In una lunga intervista al Corriere, Sigfrido Ranucci ha parlato del ritorno in onda del suo Report, in onda la domenica sera su Rai 3. "Avremo 40 minuti in più rispetto gli altri anni, uando saremo a regime mi piacerebbe utilizzarli per andare alla ricerca di quei battiti di ali di farfalla che altrove producono uragani" ha raccontato, aggiungendo che il budget del programma è calato: "Il costo al minuto era già diminuito la scorsa stagione, quest'anno cala ancora. Siamo un esempio virtuoso, considerando che facciamo ascolti anche con le repliche". Report è una produzione Rai, "a partire da me che sono dipendente Rai, e guadagno 10 volte meno di altri". Nonostante ciò, non andrebbe via dalla tv di Stato: "In Rai mi sono sempre sentito libero. Poi ci sono stati momenti più difficili e altri meno. Per le novità è complicato, poi aspetto di leggere i dati di ascolti quando la concorrenza sarà scesa tutta in campo". Sulla scelta di sostituire Fazio con lui ha poi continuato:

La Rai ha avuto il problema di sostituire Fazio e ha deciso di farlo con me: da soldato ho messo le mie truppe a disposizione. Dopodiché, stavamo bene come stavamo.

È affezionato alla Rai, per questo ha deciso di continuare con la messa in onda del suo Report: "Sono affezionato alla Rai dove sono cresciuto incontrando professionalità eccezionali. Non mi sento un eroe: sono rimasto per amore". Nonostante l'amore, ha confessato che è difficile ora "lavorare con questa nuova organizzazione. Difendo quella Rai3 che era un pezzo dell'identità della Rai che stiamo perdendo".

Le anticipazioni di Report

L'inchiesta su Santanché "sarà tra i nostri temi" ha spiegato Ranucci al Corriere, "in fondo è una delle donne di destra più forti sulla scena". Il nuovo Report affronterà altri temi: "Parleremo anche di sanità, infiltrazioni mafiose in Veneto, del caso Caivano e di quello di Brandizzo. E ci sarà un'inchiesta sui partiti a dieci anni dalla fine del finanziamento pubblico". Ha sempre sostenuto il giornalismo d'inchiesta, "in questo Paese la libertà di stampa dovrebbe rientrare nell'agenda politica. Io ho alle spalle la Rai col suo ufficio legale, ci sono giornalisti che lavorano in piccole realtà condizionate dai potentati locali". Ma come tutelare la libertà di stampa? Ranucci ha risposto così:

Un esempio? Approvando il disegno di legge sulle liti temerarie. Poi bisognerebbe arginare l'ingerenza delle Authority, come quella della Privacy, che ormai entra nel merito, valutando la veridicità del nostro lavoro. E poi c'è la magistratura. Che manifesta arretratezza culturale sui consorzi di giornalismo d'inchiesta. Che all'estero vengono premiati con i Pulitzer, e da noi sono sospettati di maneggiare materiale illecito.

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