Sergio Volpini, da Ottusangolo al GF1 alla laurea in Filosofia: “La morte di Taricone ci cambiò”
Si chiama Sergio Volpini ma per anni è stato Ottusangolo, il nomignolo che la Gialappa's gli affibbiò dopo la sua partecipazione al primo Grande Fratello, quello di Pietro Tarcione, Marina la Rosa e Rocco Casalino, tra gli altri. Sergio era lo sportivo di quella edizione iconica, quando ancora al Grande Fratello ci si approcciava quasi più come un esperimento sociale che un mero format televisivo e quando i risultati erano tali da renderlo uno dei programmi televisivi più discussi di quegli anni. E Volpini ne sfruttò in parte le potenzialità, diventandone, però, in parte anche vittima, come ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera a cui ha spiegato che la vita nella casa era "terribile" anche a causa delle galline che circolavano in giardino.
Intanto Volpini ha spiegato come nacque il soprannome di "ottusangolo" spiegando che fu Sabtin della Gialappa's a inventarlo perché "aveva visto questo ragazzo che diceva una cosa con un suo senso, ma in modo talmente astratto da sembrare ottuso". L'uomo, attualmente istruttore di surf ("ci occupiamo anche di gestire una spiaggia attrezzata per persone con disabilità. D’inverno, invece, seguo il commerciale di diverse aziende") e laureato in Filosofia, ha ricordato quei momenti vissuti all'interno della casa, cosciente di quanto quella prima edizione – condotta da Daria Bignardi – fu importante, e ha ripercorso anche i suoi rapporti con gli altri inquilini della casa. Il rapporto più importante fu quello con Taricone, fu l'unico, tra l'altro, a presenziare al funerale: "Quel lutto ha cambiato l’atteggiamento di tutti noi ex concorrenti. Una mancanza così ti crea smarrimento" ha spiegato, parlando di come Taricone fosse il vero vincitore di quell'edizione, col nome che era arrivato già negli Stati Uniti.
Volpini poi ricorda la sua amicizia con Marina la Rosa, una delle poche a conoscere i suoi "peggiori segreti", ma anche Rocco Casalino, diventato, negli anni spin doctor del Movimento Cinque stelle e ufficio stampa e portavoce di Giuseppe Conte, quando fu Presidente del Consiglio: "Ha sempre avuto una capacità e una voglia di battersi in pubblico che io neanche se mi avessero dato diecimila euro" ha detto, spiegando che è uno di quelli che entra es esce dalla chat Whatsapp di quella edizione. I mesi e gli anni immediatamente successivi videro esplodere la sua popolarità, talvolta tossica, al punto che a un certo punto tirò i remi in barca: "Ho visto il giudizio degli altri su di me come artista. Non potevo continuare a fare ospitate. Se 20 milioni di persone ti urlano che sei un imbecille, il dubbio ti viene".