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Che sarà di Serena Bortone fuori dalla Rai, solidarietà dalla politica. Ruotolo: “Telemeloni condanna caso Scurati”

Una parte del mondo della politica manifesta pubblicamente la propria solidarietà a Serena Bortone dopo la chiusura di Che sarà. da Sandro Ruotolo a Peppe De Cristofaro, tutti i volti che si sono schierati a favore della giornalista.
A cura di Stefania Rocco
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Che sarà, il programma che Serena Bortone conduce su Rai3, è stato cancellato dai palinsesti Rai. Dopo il caso del monologo di Antonio Scurati e la netta presa di posizione contro il fascismo e a favore delle minoranze, la giornalista ha visto chiudere il suo programma, una decisione che anticipa la sua uscita dalle reti del servizio pubblico. Sono decine i volti della politica che hanno manifestato la propria solidarietà a Bortone, considerata una vittima della cosiddetta “Telemeloni” e dell’inserimento dei palinsesti dei volti televisivi più vicini a Fratelli d’Italia. Il primo a tuonare contro la decisione della Rai di sospendere Che sarà è stato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, Cultura, Culture e memoria nella segreteria Pd. “A Serena Bortone è costato caro l’aver reso pubblico il mancato monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Telemeloni non l’ha perdonata e non potrà condurre il suo ‘Che sarà’ su Rai Tre. Fuori l’antifascismo da Telemeloni e fuori chi ha denunciato la censura. Palazzo Chigi e i vertici di viale Mazzini stanno mettendo a rischio la libertà di informazione nel nostro Paese. Noi faremo di tutto per difendere l’articolo 21 della Costituzione. Fuori palazzo Chigi dalla Rai”, ha dichiarato in una nota.

Peppe De Cristofaro: “Bortone penalizzata per avere fatto il suo lavoro con la schiena dritta”

Dello stesso avviso Peppe De Cristofaro, capogruppo Avs al Senato: “Passate le elezioni si regolano i conti, e TeleMeloni non fa prigionieri. La cancellazione del programma di Serena Bortone dai palinsesti autunnali del servizio pubblico ne è la prova. La Bortone viene penalizzata per aver fatto il suo lavoro con la schiena dritta. Nella Rai meloniana non c`è spazio per il pluralismo, solo cantori delle gesta di Giorgia. Una cosa gravissima che lede il principio del pluralismo dell`offerta informativa. Il servizio pubblico ridotto a megafono della maggioranza e del governo. I vertici Rai sono in scadenza e per essere rieletti devono dimostrare totale fedeltà al capo. Ma la Rai non è della destra, la Rai è dei cittadini e i vertici devono rispondere a loro non a Giorgia Meloni”.

Debora Serracchiani della segreteria nazionale Pd ha invece così manifestato il suo dissenso e la vicinanza a Bortone: “È la prova che TeleMeloni esiste e lotta a fianco della destra al Governo, con l’obiettivo evidente di non lasciare libero nessuno spazio di opinione autonomo. I giornalisti come Serena Bortone vanno zittiti o allontanati, togliendo programmi e agitando la minaccia di licenziamento. Oggi alla Rai non serve una professionista seria, competente e apprezzata dal pubblico. Viene premiato chi canta in coro sotto la bacchetta dei dirigenti Rai e messo fuori chi sia sospettato di non essere allineato”. Il giornalista ed Eurodeputato Marco Tarquinio parla invece di punizione: “Ragazzi picchiati da neofascisti perché ‘colpevoli’ di essere di sinistra e di aver manifestato in piazza. Serena Bortone ‘punita’ con l’espulsione dal palinsesto Rai per aver reso omaggio a Giacomo Matteotti dando voce all’antifascista Scurati. Quando si dice un clima nero”.

Nicita: “Passato il limite”, Bonelli: “Premier sostiene non esista TeleMeloni”

Cancellata la Bortone, passato il limite! Apprendiamo dalla stampa che come punizione alla giornalista Serena Bortone per aver difeso la libertà editoriale, aver posto un tema di censura nei confronti dello scrittore Scurati sulla difesa dei valori antifascisti, la Rai avrebbe deciso che il suo programma ‘Che sarà’, nonostante il grande successo di pubblico, sarà sospeso e fuori dai palinsesti dal prossimo autunno. Una decisione allarmante, si è passato il limite. Chiediamo la immediata convocazione in Vigilanza dei vertici RAI, della giornalista Bortone e del presidente Agcom, anche in relazione all'applicazione dell'European Freedom Act”, tuona il senatore Antonio Nicita, cui fa eco Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra: “L’epurazione nell’era Meloni ! Serena Bortone fuori dalla RAI. E dire che la Premier e tutti i suoi fan continuano a sostenere che non esista Telemeloni. In Commissione di Vigilanza Orsini dovrà spiegare. Neanche Berlusconi aveva osato tanto”. Aumentano di ora in ora i nomi della politica che si sono schierati a sostegno di Bortone. Per il momento, invece, la giornalista non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

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