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Sara Tommasi sull’assoluzione degli accusati di stupro: “Accetto ma non condivido, non ero lucida”

Sara Tommasi ha inviato a Fanpage.it un commento sulla sentenza dei giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno, che hanno assolto i cinque uomini accusati di stupro: “Era palese che non fossi capace di intendere e di volere, tanto che fui sottoposta a un TSO”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Sara Tommasi ha inviato a Fanpage.it un commento sulla sentenza dei giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno, che hanno assolto i cinque uomini accusati di stupro. I fatti risalirebbero al 2012, quando la showgirl sarebbe stata convinta dal suo ex manager Federico De Vincenzo e dal produttore Giuseppe Matera ad andare in un agriturismo a Buccino per realizzare un servizio fotografico per un calendario di beneficenza, trovandosi, stando alla sua versione, ad essere prima drogata e poi stuprata dalle persone accusate.

Il commento di Sara Tommasi tende a sottolineare la mancata lucidità di quel particolare periodo della vita, durante il quale dovettero sottoporla anche a un TSO, e la necessità di ricevere un sostegno ben lontano dal coinvolgimento "in quel genere di lavori":

Non sono delusa della sentenza emessa dal Tribunale di Salerno contro De Vincenzo e gli altri perché, per quanto mi riguarda, è una situazione che fa – ormai da tempo – parte del mio passato. Comunque, ne prendo atto e, quale cittadina italiana, la accetto pur non condividendola. Il mio unico fine, era uscire da quel periodo negativo (nel quale era inserito anche quell'episodio) e, fortunatamente, ci sono riuscita. In quel periodo io non stavo bene e questo è un dato di fatto. Era palese che non fossi capace di intendere e di volere, tanto che fui sottoposta a un TSO. Come detto, non condivido perché, in quel periodo, sicuramente avevo bisogno di aiuto e non di essere coinvolta in quel generi di lavori. Dopo il fatto, mi confrontai con la Procura della Repubblica di Salerno e denunciai la cosa. Ricordo che avevano raccolto molte prove ma – allo stesso tempo – mi resi anche conto di non essere in grado di reggere quello stress psicologico e, quindi, mi convinsi a ritirare la denuncia. Sinceramente a me, in quei pochi attimi di lucidità che avevo, interessava solo farmi aiutare e uscire da quel periodo nero. Così feci. Mi affidai a mia madre che mi diede tutto il supporto di cui necessitavo, poi lei si ammalò. Fortunatamente ho poi incontrato mio marito che – con tanta pazienza – ha raccolto i pezzi e, giorno per giorno, sta ricostruendo il puzzle. Dal bipolarismo non si guarisce mai del tutto ma si può vivere una vita normale col tempo. All'inizio però occorrono farmaci, professionisti e tanto amore, essere positivi e pensare che si può uscire da quel mondo fatto di depressione e buio.

La conclusione del messaggio è un bilancio della sua attuale vita, ormai distante da un passato che l'ha segnata nel profondo: "Ora sono una donna nuova, cambiata, fiera di me stessa. Ho conosciuto l'Inferno e non mi è piaciuto. Ora voglio solo dimenticare il buio, preferisco vivere al sole".

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