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Rocco Siffredi: “Quando entrai in crisi, Alain Delon mi chiamò: aveva vissuto il mio stesso dolore”

Rocco Siffredi ricorda Alain Delon a pochi giorni dalla scomparsa. Tra i due diversi incontri, qualche e una conversazione privata che l’attore porta nel cuore: “Io ero in crisi, Delon mi fece capire che aveva vissuto il mio stesso dolore”.
A cura di Stefania Rocco
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Rocco Siffredi ricorda Alain Delon a pochi giorni dalla scomparsa. Il celebre porno attore ha raccontato il loro incontro al Corriere della Sera, rendendo nota quella conversazione privata rimastagli nel cuore. “Lo conobbi molti anni fa, eravamo ospiti di un programma su Tf1. Il presentatore lo avvisò che, dopo di lui, sarebbe entrato un ragazzo che gli aveva ‘rubato’ il nome. Alain si entusiasmò: ‘Oui, c’est Roccò Siffredì’. Entrai e gli diedi la mano dicendogli che ero un suo fan. Lui mi disse che avevo una bella moglie ed era felice che il nome del suo personaggio mi avesse portato fortuna. Sapevo di essergli simpatico. Ma c’è stato un episodio che, finora, non ho mai voluto rendere pubblico”.

Il messaggio di Alain Delon a Rocco Siffredi

L’episodio in questione si colloca in un periodo a cavallo tra il 2016 e il 2017, dopo la partecipazione di Siffredi all’Isola dei famosi: “Dopo l’uscita del documentario ‘Rocco’ e aver partecipato a ‘L’isola dei famosi’, tra il 2016 e 2017, ero in profonda crisi. Delon mi inviò un lunghissimo vocale, che ho conservato e non ho mai fatto ascoltare a nessuno, invitandomi a non lasciarmi andare, facendomi intendere che avrei ritrovato la luce. Lo richiamai e in una bellissima conversazione mi confidò che anche lui aveva provato il mio stesso dolore interiore. Era talmente sensibile che l’ho trovato più italiano di me”.

Fu un personaggio interpretato da Alain Delon a ispirare il nome di Rocco Siffredi

Il legame tra Siffredi e Delon affonda le sue radici nel nome d’arte scelto dal porno attore, ispirato proprio a un personaggio interpretato dal divo francese, il gangster gangster Roch Siffredi nel film “Borsalino”: “Il regista Luigi Soldati mi chiese come avrei voluto chiamarmi. Io gli risposi ‘Rocco, non uso il mio cognome, i miei fratelli potrebbero avercene a male’. Lui mi propose Rocco Siffredi, chiedendomi se avessi visto il film. Per me, che adoravo Delon in ‘Rocco e i suoi fratelli’, era il top”.

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