Roberto Saviano dice addio alla zia: “Scelse me e mio fratello come figli, sono stato una sventura per lei”

Roberto Saviano con un post su Instagram ha detto addio alla zia, Silvana, che lo ha cresciuto insieme alla mamma, sua sorella. "Zia Lalla non c'è più" ha scritto il giornalista e scrittore che nel lungo messaggio social a lei dedicato ha parlato di come la sua storia abbia avuto un forte impatto sulla vita della sua famiglia. Poi ha concluso: "La mia vita, quella che, per essere compresa, non necessitava parole ma solo sguardi, è finita con te".
Le parole di Roberto Saviano per la zia
Roberto Saviano in un lungo messaggio social, oltre ad aver annunciato la morte della zia Silvana, per lui Lalla, ha raccontato la sua storia e quanto la sua vicenda abbia avuto un forte impatto sulla vita dei suoi familiari. "Zia Lalla non c’è più. Lalla la chiamavo io da bimbo. Le avevo dato questo nome, più facile da pronunciare del suo: Silvana. Non si era sposata e aveva, con sua sorella — mia madre —, scelto di accudirmi. Aveva scelto me e mio fratello come figli: non le eravamo capitati. Mi ha svegliato al mattino per anni, tenuto il termometro, accompagnato a scuola, alle lezioni di pianoforte", le parole con cui ha iniziato il lungo racconto del suo passato trascorso con lei. "Mi ha insegnato a usare forchetta e coltello, rimpinzato di frullato, lavato e disinfettato le sbucciature, insegnato a rompere le uova di cioccolato con un pugno, costruito imperi di Lego, collezionato con me squadre di Subbuteo. Tutto ciò che sono ha la sua traccia, tutto ciò che non sarò più ha la sua assenza", ha continuato. "Aveva rifiutato di lavorare in banca e di sposarsi, per non cedere ad altri alcun potere su di sé. Silvana era l’amore creativo per i suoi animali" ha aggiunto Saviano elencando i nomi di tutti gli animali, tra gatti e cani, che hanno vissuto con lei.
"Sono stato una sventura per lei. Le mie scelte le hanno causato dolore"
Nel lungo messaggio di addio Roberto Saviano racconta come la sua vicenda abbia avuto un forte impatto sulla vita della zia e della madre: "Per parte mia, sono stato una sventura per lei, come per tutta la famiglia, la mia vicenda è stata un’esplosione. Non solo hanno cambiato città e abitudini, sono state costrette a difendermi dai commenti continui. Provava a seguirmi e ad assistermi quando, all’inizio, le scorte mi spostavano continuamente, poi nei processi, nelle accuse, nei ghigni. Conosco la barbarie del paese in cui vivo, ma non ho scuse. Le mie scelte le hanno causato dolore e peggiorato l’isolamento. A nessun altro la colpa se non alla mia esposizione che l’ha travolta". Poi ha concluso:
Addio, zia Silvana, madre amata. La mia vita — quella che, per essere compresa, non necessitava parole ma solo sguardi — è finita con te.