Rita Dalla Chiesa su Andreotti, il figlio Stefano: “Mio padre giurò di non essere coinvolto nell’omicidio”
A poche ore dalle dichiarazioni rilasciate da Rita Dalla Chiesa nel corso dell’ultima puntata di “Tango”, il programma condotto da Luisella Costamagna su Rai2, Stefano Andreotti interviene a difesa della memoria del padre Giulio. Intervistata dalla giornalista, la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva fatto riferimento alla possibilità di un coinvolgimento di Giulio Andreotti nell’omicidio del padre, definito un “omicidio politico”. Dichiarazioni alle quali replica il figlio dell’ex leader della DC attraverso Adnkronos: “Mah, cosa posso dire? Diciamo che non è la prima volta che succede che loro tirino in ballo mio padre per quel delitto, il fratello della deputata, per dire, è dagli anni '80 che racconta cose del genere, ora la sorella è tornata su questa linea. A qualcuno non sono mai andate giù le sentenze di assoluzione per mio padre, quelle di Palermo e di Perugia”. E annuncia che non querelerà la deputata di Forza Italia:
Dalla Chiesa si assumerà le responsabilità di quanto detto, ma anche se ci fossero gli estremi per una'azione giudiziaria, non lo faremo, perché quello era lo stile di mio padre, lui non ha mai querelato nessuno.
Il figlio di Giulio Andreotti: “Mio padre non ha mai tirato fuori cose che riguardavano la famiglia Dalla Chiesa”
“Meno male che ha detto di volerci rispettare, altrimenti non so cosa sarebbe uscito. Devo dire che se parliamo di rispetto della famiglia, allora quello lo ha avuto davvero mio padre nei loro confronti”, prosegue Andreotti, ironizzando circa il proposito di Dalla Chiesa di non coinvolgere i familiari dell’ex premier, “Papà non ha mai tirato fuori cose che riguardavano la famiglia Dalla Chiesa”. L’uomo fa riferimento a un episodio che coinvolgerebbe Nando, sociologo e fratello di Rita Dalla Chiesa: “Nei suoi uffici di San Lorenzo in Lucina, nei primi anni '80 Dalla Chiesa venne ricevuto da papà, un lungo incontro, che secondo il racconto di Andreotti allo stesso Bisignani, vide il generale in lacrime, a raccontare a mio padre dei pessimi rapporti con il figlio, cosa che può avvenire tra persone che si stimano e sono vicine”.
Stefano Andreotti: “Tra mio padre e il generale Dalla Chiesa rapporti ottimi”
Sulla presunta conflittualità tra Andreotti e il generale Dalla Chiesa, Stefano aggiunge: “Non è affatto così. Tra loro ci furono rapporti sempre ottimi, che durarono nel tempo. […] Mio padre aveva grande fiducia nel generale, lo volle a capo del nucleo speciale anti-terrorismo, facendogli avere poteri che permisero grandi risultati contro le Brigate Rosse. In quegli anni, prima del suo tragico omicidio, Dalla Chiesa passava a Roma e chiedeva di incontrarsi con mio padre, per scambiarsi idee e confrontarsi, incontri cordiali tra persone che si stimavano a vicenda”. “Mio padre sconsigliò a Dalla Chiesa di andare come Prefetto a Palermo”, ha raccontato ancora, “Gli consigliò di farsi dare poteri maggiori, per poter coordinare la lotta alla criminalità, non soltanto siciliana, ma anche quella delle altre regioni del Sud, l'ndrangheta in Calabria e la camorra in Campania”.
Perché Andreotti non ha partecipato ai funerali di Carlo Alberto Dallas Chiesa
“Mio padre restò colpito da quell'omicidio. Tra l'altro conosceva bene la moglie Setti Carraro e la sua famiglia, con lei era stato amichevole e l'aveva aiutata ai tempi della Croce Rossa”, ha proseguito il figlio di Andreotti per poi motivare la mancata presenza del padre ai funerali del generale simbolo della lotta contro le Br e la mafia: “Mio padre non aveva ruoli di governo in quel momento, scrisse un sentito telegramma, inviato al fratello del generale, Romeo, nel diario di quei giorni troviamo poi parole di stima e cordoglio per Dalla Chiesa”. Infine, facendo riferimento alle lettere che Andreotti lasciò ai figli ritrovate all’indomani della scomparsa, conclude:
Mio padre se ne è andato sereno, lui aveva una fede vera, in quelle righe che abbiamo letto la sera della scomparsa, c'era scritto ‘io giuro davanti a Dio di non avere avuto niente a che vedere con la Mafia, se non per combatterla, né con le uccisioni di Dalla Chiesa e Pecorelli.