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Pupi Avanti: “Col cinema non ho più soldi da parte, fossi rimasto nei surgelati sarei milionario”

Pupi Avati si confessa in una lunga intervista nella quale racconta dei problemi economici del cinema italiano, ma anche dei suoi: “Se fossi rimasto a vendere surgelati sì, a quest’ora sarei milionario ma non ho i soldi. Ci sono stati anni in cui ne ho avuti”.
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Pupi Avati si confessa in una lunga intervista nella quale racconta dei problemi economici del cinema italiano. Nell'intervista, realizzata da Tommaso Labate per il Corriere della Sera, il maestro bolognese de "La casa dalle finestre che ridono", "Regalo di Natale" e "Lei mi parla ancora" ha raccontato: "Soldi? Non ho niente da parte. sono povero. Se fossi rimasto a vendere surgelati sì, a quest’ora sarei milionario". 

Le parole di Pupi Avati

Dopo quasi sessant'anni nel mondo del cinema sarebbe lecito aspettarsi che il regista sia ormai ricchissimo, lo fa notare lo stesso Tommaso Labate. Pupi Avati, però, dà una risposta che sorprende:

Macché, sono povero. Se fossi rimasto a vendere surgelati sì, a quest’ora sarei milionario ma non ho i soldi. Ci sono stati anni in cui ne ho avuti, anni in cui le banche elargivano così tanto credito al cinema italiano che mio fratello Antonio girava con la carta in titanio dell’American Express. Con quella potevi alzare il telefono e prenotare un volo per l’Australia con la cena nel miglior ristorante di Sidney appena atterrato, senza neanche arrivare a domandarti quanto avessi sul conto. I soldi giravano, punto. Ora a stento c’è il bancomat. Le cifre di cui si parla sottovoce fanno paura.

Come far rinascere il cinema italiano: la lezione di Pupi Avati

Pupi Avati lascia la sua ricetta per far rinascere il cinema italiano: "Ci sono registi e produttori straordinari anche oggi, sono patrimonio del Paese. È il loro coinvolgimento che ci occorre se vogliamo far rinascere il cinema italiano; il governo e l’opposizione ci dedichino un momento del loro tempo prezioso immaginando una rinascita del nostro cinema. Che oggi è fermo, immobile: due anni fa, se cercavi un macchinista, non lo trovavi neanche pagandolo a peso d’oro; oggi di macchinisti ne trovi quanti ne vuoi, non sta lavorando nessuno".

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