Pippo Baudo: “Le tv di Berlusconi hanno spronato la Rai a cambiare pelle”
Pippo Baudo ha ricordato Silvio Berlusconi, lui che aveva conosciuto molto bene il leader di Forza Italia perché corteggiato a lungo per Mediaset. Il conduttore catanese passò dalla tv pubblica alle reti commerciali del Biscione per ben due volte: la prima nel 1987, la seconda nel 1997. Due esperienze molto brevi con Silvio Berlusconi, ma comunque significative. All'Ansa, Baudo ricorda il suo rapporto con il Cavaliere: "Con Silvio Berlusconi ho avuto un rapporto molto intenso: era un grande imprenditore, che partecipava personalmente ai progetti che amava e li curava veramente".
Le parole di Pippo Baudo
Pippo Baudo passò all'ora Fininvest con un contratto triennale. Un accordo che fece arrabbiare persino Mike Bongiorno, che all'epoca era volto unico di punta della tv commerciale:
Ricordo il primo incontro, ad Arcore. Io tentennavo parecchio, perché ero molto legato alla Rai. ‘Fai l'uno e l'altro', cercava di convincermi Berlusconi, ma io gli ripetevo che non era possibile. Mi volle come direttore artistico di Canale 5, fu una grande soddisfazione per me. Feci il programma Festival e fu un successo enorme. Registravamo le puntate al Palatino, finivamo di montare alle 5 del mattino e poi partivano le cassette per le varie province. Ricordo che, quando arrivavano gli ascolti, la prima telefonata al mattino me la faceva lui.
A gennaio del 1988, Pippo Baudo però volle tornare in Rai pagando una penale molto forte, come previsto dal contratto: "Non avevo tutti quei soldi, e Berlusconi allora mi chiese di cedergli un palazzo di mia proprietà che gli stava molto a cuore, di fronte alla Fao. Accettai, ma purtroppo feci male, avrei fatto meglio a contrattare". Il ritorno a Mediaset nel 1997, anche in quella occasione solo per un biennio.
"Berlusconi spronò la Rai a cambiare pelle"
L'importanza di Silvio Berlusconi con il suo lavoro nelle tv private all'inizio fu sottovalutato a Viale Mazzini, poi costrinse il servizio pubblico a cambiare pelle: "La Rai del monopolio si sentiva imbattibile, la vulgata era che il fenomeno sarebbe finito nel nulla. E invece poi la tv pubblica dovette misurarsi con la concorrenza e fu un bene. Le tv di Berlusconi hanno spronato la Rai a cambiare pelle, ad essere più attenta alle esigenze del pubblico".