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Pierluigi Diaco: “Con Alessio Orsingher adotterei un figlio, ma serve un cambiamento culturale”

“Se ci fosse una legge adotteremmo un bambino, ma non basterebbe solo la legge”, racconta il giornalista al Corriere della Sera. “Nella definizione di ‘famiglia queer’ non mi riconosco. La dimensione genitoriale può essere vissuta in tanti modi, anche se come me non si può diventare genitori”.
A cura di Giulia Turco
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Pierluigi Diaco si racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Dal lavoro alle critiche, alla depressione attraversata e superata, fino alla serenità insieme ad Alessio Orsingher che ha sposato nel 2017, fino al desiderio di diventare padre.

L’amore con Alessio Orsingher e la voglia di allargare la famiglia

Il giornalista perse il padre quando era ancora un bambino: “Fu un infarto, il terzo”, racconta al Corriere. “La rete affettiva che mi ha sorretto è stata tutta al femminile, mia madre, le mie tre sorelle più grandi. Sono circondato da grande premura, rigore, disciplina”. Oggi sogna una famiglia tutta sua, insieme al marito Alessio Orsingher, con il quale vive nella Capitale. “A me piace molto stare con i bambini, ma quella di famiglia ‘queer’ è una definizione in cui non mi riconosco”, spiega. “La dimensione genitoriale può essere vissuta in tanti modi: io naturalmente non posso diventare genitore, ma amo i bambini, passo molto tempo con loro, mi chiamano alla radio”, racconta il giornalista. Se ci fosse la possibilità, il sogno di un figlio potrebbe diventare realtà. Non lo esclude, ma solo a certe condizioni. “Ne abbiamo parlato, se ci fosse una legge sì adotteremmo un bambino. Ma non basta una legge, serve un processo culturale condiviso”.

La depressione e il legame con Maurizio Costanzo

Non è la prima volta che il conduttore racconta il suo momento buio, attraversato quando decise di lasciare SkyTG24: “Avevo un grande senso di vuoto, non volevo più vivere”, racconta. “Il giorno dopo le dimissioni andai da un neurologo che mi indirizzò ad un analista. La cura farmacologica durò meno di un anno. La ginnastica intellettuale, chiamiamola così, di più. Ho fatto analisi individuale, collettiva e ipnosi”.

Negli anni della sua carriera tra le figure ce sicuramente hanno segnato maggiormente in positivo il suo percorso c’è Maurizio Costanzo, che per altro sposò civilmente lui e il compagno nel 2017. “Era arrivato come al solito mezz’ora prima. Ci aspettava davanti alla porta della chiesa sconsacrata”, ricorda con affetto. Mi ha insegnato ad essere testardo quando serve e ad avere uno sguardo largo sulle cose e sulle persone, a capire in poche parole le ragioni degli altri”.

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