Perché Chiara Ferragni donerà 1 milione di euro: a quanto ammonta il vero danno reputazionale
Il video di Chiara Ferragni che chiede scusa per lo scandalo del Pandoro Balocco, ci rivela almeno due cose, secondo Massimiliano Dona. L'avvocato che tutela i consumatori ha pubblicato un reel su TikTok nel quale spiega che la strategia messa in atto da Chiara Ferragni e dal suo team è in realtà molto più sottile rispetto alla narrazione che adesso sta venendo fuori: "Non sottolineerei più di tanto il fatto che abbia voluto chiedere scusa, ma è interessante il danno reputazionale che ha subito Chiara Ferragni. Mette fin d'ora sul tavolo un milione di euro che decide di donare in beneficenza. A questo milione di euro, tocca aggiungerne un altro". Ecco perché.
Le parole di Massimiliano Dona
Ma perché tocca aggiungere un altro milione di euro? Massimiliano Dona pone l'accento sulle parole di Chiara Ferragni, che ha promesso di pareggiare l'eventuale differenza della multa qualora la sentenza fosse persino di importo minore.
A questo milione di euro, tocca aggiungerne un altro perché Chiara Ferragni ha detto che donerà anche la differenza tra la multa che le è stata fatta dall'Antitrust e quella che sarà decisa dalla sentenza. Questa multa potrebbe essere persino annullata e quindi a un milione di euro se ne potrebbe aggiungere un altro. Quando si gioca con la fiducia delle persone è meglio stare molto attenti. Il danno d'immagine può raggiungere cifre astronomiche.
"Bisogna sempre pretendere la trasparenza"
Il caso Chiara Ferragni insegna una lezione fondamentale soprattutto per i consumatori che devono sempre pretendere la massima trasparenza da operazioni di beneficenza. Allo stesso modo, non bisogna gettare la croce su quelle operazioni commerciali che perseguono anche finalità giuste e in modo corretto: "Basterebbe citare i numerosi pandori solidali in vendita in questo momento".
L'influencer spiega che non mischierà più ragioni commerciali a ragioni di beneficenza. Qui, forse, il messaggio è sbagliato perché rischia di gettare fango su tutte le operazioni commerciali che però perseguono una buona causa. Basterebbe citare i numerosi pandori solidali in vendita in questo momento. Bisogna essere trasparenti. I consumatori vogliono sapere quanta parte del prezzo di quel prodotto sarà devoluto in beneficenza. Dobbiamo fare il possibile affinché gli italiani non perdano fiducia nella beneficenza.