Paul Haggis resta ai domiciliari: “Potrebbe inquinare le prove e reiterare il reato”
Paul Haggis rimane ai domiciliari in Italia. Questa la decisione del giudice Vilma Gilli dopo aver dichiarato che per mancanza di pericolo di fuga non fosse necessario convalidare il fermo nei confronti dell'attore, ma fosse opportuno comunque applicare una misura cautelare a seguito dell'accusa di aver violentato una donna 30enne che lo ha denunciato.
L'udienza di convalida del fermo
Il motivo per cui il gip è ricorso agli arresti domiciliari risiede nel fatto che il regista potrebbe inquinare le prove e, come riportato anche dall'avvocato di Haggis, Michela Laforgia: "sussiste il rischio di inquinamento dell'unica fonte di prova in ragione della pendenza di un contenzioso civile avente analogo oggetto negli Stati Uniti". Nella giornata di ieri, 22 giugno, si è tenuta l'udienza di convalida del fermo a Brindisi, a seguito della quale il legale del regista americano ha dichiarato:
Massima collaborazione e attesa fiduciosa per quello che saranno gli esiti degli accertamenti. Haggis ha risposto a tutte le domande che hanno fatto il giudice, i pm e la difesa. Lo stesso Mr Haggis ha dichiarato la sua volontà di rimanere in Italia fino a quando non sarà definitivamente accertata la sua totale innocenza.
Paul Haggis disposto a collaborare
L'avvocato, poi, è entrato nel dettaglio spiegando come si è svolta l'udienza e come il regista abbia risposto alle domande del gip in merito all'accusa: "Paul Haggis ha spiegato come sono andati i fatti. Si è dichiarato totalmente innocente, così come aveva fatto nell’immediatezza del fermo. I rapporti che ha avuto con questa donna sono totalmente consensuali nel corso di questi tre giorni trascorsi insieme ad Ostuni". L'intento è quello di lasciare l'Italia senza pendenze giudiziarie, soprattutto dopo aver chiarito che non ci sono stati segni di violenza o lesione, fa sapere Michele Laforgia che aggiunge:
Mr Haggis ha dichiarato espressamente che non solo non ha fatto nulla per sottrarsi agli accertamenti della giustizia italiana, e di essere rimasto qui anche perché qui stava lavorando e doveva lavorare per il festival. Ma anche di avere tutto l’interesse ad essere presente a questi accertamenti e poi di rimanere in Italia fin quando non sarà accertata la sua totale innocenza, perché da questo dipende la sua vita qui, ma anche negli Stati Uniti dove risiede.