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Premi Oscar 2022

Paolo Sorrentino su candidatura Oscar 2022: “Temo Drive my car, ma amo non essere il favorito”

Fanpage.it ha raggiunto Paolo Sorrentino per raccogliere le emozioni a caldo dopo aver appreso della candidatura di È stata la mano di Dio agli Oscar 2022: “Drive my car è un avversario temibile, ma sono a mio agio a non essere favorito. Con La grande bellezza ero in soggezione, mi piace di più partire dalla panchina”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Paolo Sorrentino pronto per il bis. Dopo la vittoria de La grande bellezza nel 2013, il regista napoletano tornerà a Los Angeles per la notte degli Oscar 2022 con È stata la mano di Dio, candidato nella cinquina per il miglior film straniero. Fanpage.it ha raggiunto in un incontro virtuale Paolo Sorrentino, visibilmente felice ed emozionato per questa nuova corsa verso l'ambita statuetta.

Ci speravo, mi faceva piacere entrare di nuovo. Ci sono molti film buoni e non era per nulla scontato, non è entrato Asghar Farhadi (Un eroe, vincitore del Premio della Giuria e Cannes e candidato agli Oscar 2022 per l'Iran, ndr) e questo dà la misura di quanti il gioco fosse complicato, a tratti inatteso. Sono molto contento di essere entrato, perché il film per me è molto importante, sono andato quattro mesi avanti e indietro negli Stati Uniti e con il Covid è stato faticoso.

Nella cinquina con È stata la mano di Dio ci sono Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi, Flee di Jonas Poher Rasmussen, La persona peggiore del mondo di Joachim Trier e Lunana: A yak in the classroom di Pawo Choyning Dorji. Quale film straniero teme di più?

Drive my car è temibile, ma sono molto a mio agio a non essere favorito. Con La grande bellezza ero in soggezione. Mi piace molto di più partire dalla panchina.

Qual è il film dell'anno secondo Paolo Sorrentino? "Il film più bello è Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, lo trovo un capolavoro, molto difficile raggiungere quel tasso di leggerezza e di emozione. Gioca in un altro campionato, quindi ne posso parlare senza sentirmi inopportuno".

L'emozione che ha preso il sopravvento dopo l'ufficialità della candidatura all'Oscar è la commozione: "Questo film mi ha commosso farlo, scriverlo, mostrarlo. Il mio modo di gioire per le cose belle è commuovermi, non di esultare".

Cosa è cambiato in Paolo Sorrentino dal 2013, anno in cui vinse l'Oscar con La grande bellezza, a oggi?

Mi sento più invecchiato da La grande bellezza e per fortuna ho un rapporto meno nervoso con le cose, più pacificato. Il che non significa essere meno appassionati, sono più fatalista, più pronto a quello che viene nel bene e nel male, senza farmene troppo un cruccio. Nel 2013 ero più agitato.

Ha dedicato questa candidatura a sua moglie Daniela e ai suoi figli. Come avete festeggiato?

I miei figli ora non sono a casa, domani festeggiamo con loro, saranno sicuramente contenti e felici. Io sono emozionato e tranquillo, contento, mi piace pensare che tornerò in primavera con un clima meno rigido di adesso e con maggiore libertà, visto che il Covid sta allentando la morsa.

Come ha reagito all'entusiasta recensione di Robert De Niro?

Felicità pura, De Niro è una specie di divinità per tutti i cineasti. Tra l'altro, è citato in È stata la mano di Dio, perché Fabietto insegue il desiderio di vedere C’era una volta in America e mi è sembrato un meraviglioso giro che si compie. Una cosa che mi riempie di felicità, De Niro è il cinema.

Si è rivisto nell'associazione a Scorsese e Woody Allen con New York nel modo travolgente in cui ha raccontato Napoli?

Mi sembra irriverente, ma se lo dice De Niro.

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