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Paolo Bertolucci: “Tennisti russi oggi come noi nella Davis del ’76, ma lo sport è altra cosa”

La voce del tennis targato Sky Sport dice a Fanpage.it la sua sulla politica che invade lo sport, con gli atleti russi e bielorussi esclusi da Wimbledon per la guerra. Sul suo coinvolgimento in cronaca: “Se potessi, vorrei non conoscere i tennisti, un bravo ragazzo potrebbe influenzare il mio giudizio”. Poi contesta l’ATP: “Vergognoso quanto accaduto a Zverev a Madrid”.
A cura di Andrea Parrella
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Tra le voci più autorevoli nel raccontare tennis in Italia c'è senza dubbio quella di Paolo Bertolucci. Da anni affianca Elena Pero su Sky per seguire le gesta dei più grandi e le più grandi del circuito, con un'accelerazione che ha caratterizzato l'ultimo anno, visto l'impegno di Sky Sport per a disciplina tornata prepotentemente al centro del dibattito, grazie soprattutto ad atleti nostrani di grandi speranze e appuntamenti come le ATP Finals, che per diversi anni saranno ospitate dalla città di Torino. Inoltre Bertolucci, protagonista dell'impresa italiana in Coppa Davis nel 1976, è anche protagonista di "Una Squadra" (il 14 maggio alle 21.15 su Sky Documentaries e domenica 15 maggio su Sky Sport Uno) il documentario diretto da Domenico Procacci che ripercorre quelle gesta attraverso le voci dei protagonisti. Abbiamo incontrato Paolo Bertolucci alla presentazione dei programmi Sky per la prossima estatein occasione degli Internazionali BNL d'Italia, in scena al Foro Italico fino al 15 maggio.

In "Una squadra" per la prima volta si racconta quanto accadde nel 1976. Dopo quella Davis i rapporti tra voi non sono stati dei migliori. 

Per molto tempo nemmeno ci siamo parlati, quando diventai capitano in Davis al posto di Panatta non mi rivolse la parola per molto tempo, ma allora non potevo dire di no. Poi si sa che col tempo tutto cambia, è stato bello ritrovarsi a tavola insieme in occasione della realizzazione di questo prodotto.

Nel 1976 la vostra partecipazione alla finale di Coppa Davis contro il Cile di Pinochet fu oggetto di dibattito politico, con le dovute differenze quello che oggi riguarda i tennisti russi e bielorussi esclusi da Wimbledon non pare così lontano.

In comune c'è sicuramente il fatto che lo sportivo si trova in mezzo a queste vicende che non riguardano lo sport e deve seguire l'andamento. In questo caso, per giunta, si tratta di liberi professionisti che possono scegliere dove andare a giocare una settimana dopo senza sottostare alle decisioni di nessuno. Il fatto che adesso ci sia questo grosso problema per cui giocatori e giocatrici russi e bielorussi non possano giocare a Wimbledon è clamorosa. Noi a inizio anni Settanta abbiamo fatto uno sciopero per un singolo tennista escluso, boicottando Wimbledon.

Che ne pensa della situazione?

Sono contrario all'esclusione e credo che ATP e WTA dovrebbero prendere una decisione forte, facendo sentire la propria voce.

Il racconto del tennis di Sky sta cambiando e si sta ampliando. Quali campi non sono ancora esplorati?

Noi proviamo a raccontarlo a tutto tondo, dal tennista che esce fuori dal campo e parla subito il motivo di vittoria o sconfitta alla ricerca dei contatti per capire i rapporto tra tennisti e allenatori, comprendere se questi ultimi abbiano la panchina comoda oppure no. Tuttavia da questo aspetto giornalistico io mi estraneo un po', osservo ciò che accade sul campo, se potessi vorrei non conoscere minimamente il giocatore, perché sapere che magari si tratti di un bravo ragazzo potrebbe influenzare il mio giudizio, al pari di come farebbe se fosse un presuntuoso. Vorrei non sapere nulla di loro, poi che Nadal sia un bravo ragazzo si vede, ma io voglio dare un giudizio tecnico sui progressi, le evoluzioni.

Tennis, poi allenatore, il Bertolucci commentatore resta soprattutto un uomo che ha vissuto il campo da tennis.

Ho avuto la fortuna di fare entrambe le cose, oltre a essere stato responsabile tecnico della federazione tennis fino alla Coppa Davis. Poi ho fatto i capelli bianchi e ho intrapreso questo percorso in Tv.

Un ritorno da allenatore la stuzzica?

Assolutamente no, significherebbe stare 40 settimane in giro per il mondo, sarebbe impossibile.

Hai criticato l'ATP per la gestione del torneo di Madrid e l'aver costretto Zverev ad andare a dormire alle 5 del mattino.

Sì, ritengo vergognosa l'ATP e l'organizzazione. Non puoi fare iniziare alle 4 del pomeriggio una semifinale maschile e poi l'altra deve per forza andare a mezzanotte, bisogna essere idioti per non capirlo e quindi se metti alle ore 16 quella roba hai già fatto una stupidaggine.

Zverev poteva giocarsela meglio?

Sicuramente, lo ha detto lui stesso ed era palese. Però forse con Alcaraz avrebbe perso lo stesso (ride,ndr).

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