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Olena Zelenska, la moglie di Zelensky: “Ammiro mio marito ogni singolo giorno”

La First Lady ucraina si racconta a Le Parisien: “Mio marito non lascerà mai l’Ucraina”, raccontando dei giorni duri che li vede in questo momento divisi e lontani.
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Olena Zelenksa, la First Lady ucraina, ha elogiato l'operato di suo marito Volodymyr Zelensky in risposta alla guerra. La First Lady ha anche ringraziato tutte le sue "colleghe", le First Lady degli altri governi, per aver aiutato tantissimi bambini ucraini in fuga dalla guerra a mettersi in salvo. Olena Zelenska ha anche detto che tutti i Paesi che stanno ospitando i profughi ucraini meriterebbero un Nobel per la pace. In una intervista a Le Parisien, Olena Zelenska ha ammesso: "Mio marito non lascerà mai l'Ucraina", raccontando dei giorni duri che li vede in questo momento divisi e lontani.

Le parole di Olena Zelenska

Al quotidiano francese, Olena Zelenska conferma di essere schierata con suo marito e con tutto quello che sta facendo, ammette di ammirarlo ogni giorno di più:

Ammiro quest'uomo? Ogni singolo giorno. Sono sorpresa? No. Volodymyr è sempre stato così: determinato e calmo in quello che fa. In tempo di guerra, tutti gli ucraini e il mondo intero hanno visto chiaramente i suoi principi e ne hanno sentito la forza. Non abbandonerà mai ciò che è nell'interesse dell'Ucraina".

La solidarietà di Brigitte Macron

Il 24 febbraio, Vladimir Putin ha iniziato l'invasione dell'Ucraina e subito Olena Zelenska ha lanciato il suo appello. La prima ad accoglierlo è stata Brigitte Macron, first lady francese. Poi di tutti gli europei, Olena Zelenksa ha dichiarato:

Il mio appello è stato finalmente ascoltato. Voglio ringraziare tutti gli europei che ora stanno aiutando la nostra gente, dando loro una casa, nutrendoli, incoraggiandoli.

In un post su Instagram all'inizio di questo mese, Olena Zelenska ha quindi dichiarato di aver fatto in modo di aiutare i bambini malati di cancro a passare il confine con la Polonia e ricevere le migliori cure. Dopo aver ricevuto una prima visita nella città di Leopoli, che nei primi giorni era l'unica sicura, sono stati tutti trasferiti in un hub in Polonia per le cure diagnostiche necessarie.

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