Nadia Bengala dopo la condanna della figlia: “Cambiata dalla droga. Va ricoverata, da sola non posso salvarla”
L’appello di Nadia Bengala, ex Miss Italia che chiede di essere aiutata a salvare la figlia Diana Schivardi che da anni lotta contro la dipendenza dalla droga e che ieri è stata condannata a 10 mesi per danneggiamento, furto, tentata rapina e lesioni. Lo scorso 19 marzo, la 28enne aveva tentato di rubare all’interno di alcune automobili in zona Casal del Marmo a Roma. Il furto era stato sventato dall’intervento di un passante successivamente aggredito e ferito dalla donna. Il verdetto successivo all’aggressione è arrivato ieri. Ad attenderlo in aula anche l’ex Miss Italia che ha commentato questa vicenda tanto dolorosa, “Diana è una ragazza sensibile e intelligente. La droga però la sta cambiando, sta scivolando verso il baratro”, ha dichiarato al Corriere della Sera, “Per salvarla, l’unica strada è ricoverarla. Un giudice deve prendersi l’impegno di disporne il ricovero coatto. Di sua spontanea volontà, non andrà mai. E allora sarà la fine. Da sola io non ce la posso fare a salvarla”.
L’appello di Nadia Bengala: “Ci serve aiuto per uscire da questo incubo”
Bengala è stremata. Da anni si dedica a quella figlia fragile per salvare la quale ha tentato ogni strada possibile. Adesso chiede di essere aiutata: “Vive in una realtà tutta sua, purtroppo. Io le dedico ogni minuto del mio tempo. Lo faccio con amore, perché lei ne ha bisogno. Le spiego, ma lei è lontana, non credo abbia afferrato quanto è grave la condanna e i motivi che ne sono all’origine. Certo non è stata indifferente. Anche per lei è stata una giornata dolorosa. Però c’è ancora un distacco. Lei ha bisogno d’aiuto, ma anche io ne avrei bisogno per tirarla fuori da questo incubo”. Diana era già stata arrestata nel 2023 dopo essere stata fermata mentre tentava di rubare oggetti e abiti per un valore di 212 euro all’Upim di via Gioberti, nei pressi della stazione Termini.
Nadia Bengala: “Obblighino mia figlia a entrare in comunità”
Addolorata ma determinata a percorrere ogni strada possibile pur di salvare la figlia nata dalla relazione con Otto Schivardi (si sono lasciati quando Diana aveva 4 anni), Bengala chiede il supporto degli organi preposti al recupero delle vittime di dipendenza:
Mia figlia è incosciente. Non capisce quello che la sta accadendo. Non vede che sta camminando sull’orlo del precipizio. Sta scivolando piano piano verso il baratro e da lì non risalirà mai più. Questa condanna, dove è stabilito che è solo in parte capace di intendere, non le serve. Soltanto se verrà obbligata a stare in una comunità, dove specialisti la possano seguire giorno per giorno allora capirà quanto è grave la sua condizione. Io ne ho pagati tanti di specialisti. Ma si è dimostrato tutto inutile, perché lei non ha percepito di essere in un vicolo cieco