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Morto Matthew Perry, se ne va Chandler Bing: è il giorno in cui il mondo ha perso un caro amico

Le serie tv a volte fanno questi brutti scherzi, ti infilano in casa personaggi che, nel tempo, diventano familiari. Chandler Bing ha fatto parte di questi ed è il motivo per cui con la morte di Matthew Perry il mondo oggi sembra aver perso un caro amico.
A cura di Eleonora D'Amore
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"Sono a pezzi, goffo e ho un disperato bisogno di amore", questa è la frase che Chandler Bing grida a Janice nell'episodio della terza stagione di Friends dal titolo Paura d'amare. È una delle scene in cui realtà e finzione sembrano fondersi, in cui Matthew Perry sembra squarciare i panni del personaggio per trasferire al mondo la sua urgenza. Erano gli anni d'oro per lui, la serie aveva spiccato il volo e chiunque riusciva a provare empatia con quel trentenne fragile e insicuro.

Si trovava goffo, un uomo spesso imbarazzato e imbarazzante, ma d'altronde era proprio questo aspetto che faceva funzionare così bene la sua ironia. Il suo essere inadatto, precario nei sentimenti, perennemente in discussione, lo rendeva irresistibilmente divertente. Tra tutti, sembrava il più fallibile, con una componente umana molto spiccata in quella che a tutti gli effetti si rivelava essere una gara di miserie. Chandler era davvero l'amico della porta accanto, quello meno giudicante degli altri perché bloccato in una condizione di inettitudine, del sentirsi sempre un passo indietro. Qualsiasi cosa bella potesse capitargli doveva assumere i tratti di una catastrofe annunciata, mosso da una cherofobia cronica che invece di farlo soccombere in un isolamento depressivo, trovava la sua via d'uscita nell'autoironia.

Complice anche l'amicizia fraterna con Joey, con il quale per un decennio ha condiviso più di una poltrona e un enorme cane in ceramica. L'espressione massima di ciò che David Crane e Marta Kauffman ci hanno spinto a cercare: una spalla su cui poggiarsi, un sostegno solido su cui precipitare, qualcuno capace di anticipare le risposte ancor prima che le domande diventino un problema da risolvere. Ci riusciva Chandler Bing, nonostante fosse in perenne difficoltà con le sue di domande. E Matthew Perry questo lo sapeva, era consapevole della magia che aveva creato in scena, infatti nella reunion di Friends versò più di una lacrima insieme al resto del cast, lui che sul set, a causa del blocco di Chandler, non aveva mai potuto piangere.

Gli anni di Friends sono stati formativi e condizionanti per noi millennial, cresciuti con la convinzione, e con l'illusione, di poter vivere in un condominio con una seconda famiglia. Appartamenti comunicanti, serrature che non hanno bisogno di chiavi, un frigorifero pronto a sfamare a ogni ora, un divano sempre troppo piccolo per contenere tutti. La cornice sulla porta che racchiude lo spioncino, elemento solo ornamentale vista l'assenza di qualsiasi forma di segretezza. Chandler ha fatto parte dell'immaginario di affetti che ognuno di voi avrebbe desiderato al suo fianco e che, in fondo, un po' ha avuto. Ma la vita di Matthew Perry ha richiesto un prezzo da pagare, è stata troppo breve e, come una delle sigarette in cui ricadeva nel costante tentativo di smettere, si è spenta troppo in fretta.

Capita che le serie tv facciano questi brutti scherzi ed è per questo motivo che con la morte di Matthew Perry il mondo oggi sembra aver perso un caro amico.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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