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Morgan parla del suicidio del padre: “Me ne sono vantato, ho sentito il privilegio di essere suo figlio”

Nel podcast condotto da Fedez e Davide Marra, il cantautore prossimo giudice di X-Factor ha parlato del suicidio di suo padre, spiegando che in quel giorno è stato costretto a rimodulare e riformulare tutto quello che sapeva della vita.
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Morgan è il protagonista della puntata settimanale di Muschio Selvaggio. Nel podcast condotto da Fedez e Davide Marra, il cantautore prossimo giudice di X-Factor ha parlato del suicidio di suo padre, spiegando che in quel giorno è stato costretto a rimodulare e riformulare tutto quello che sapeva della vita. Morgan ha raccontato: "Me ne sono vantato. È un gesto dissociativo, un gesto disperato. Usi questa cosa, cercando di trovarci dentro un'utilità. Perché altrimenti, oltre al danno c'hai una beffa. È stato spontaneo. L'ho sentito il giorno del funerale, ho sentito un privilegio di essere figlio di un suicida. È iniziata quel giorno la mia filosofia. È iniziata la filosofia. Perché la filosofia è chiederti: che cos'è questo?". 

Le parole di Morgan

Morgan si trova in un periodo della sua vita di profonda rinascita: "Sono sempre uno che rinasce, ma questo vuol dire anche che sono uno che muore spesso. Mi piacciono i sentimenti profondi, trovo che nel dolore ci sia nobiltà. Il dolore è un marchio che ti eleva". 

Mio padre era un infelice cronico. Faceva cose che non voleva fare nella vita e io non l'ho mai visto felice. Però, poi ho visto dei filmini degli anni '60 in Super8, e vedevo un uomo felice. Tant'è che io dissi a mia madre: "Chi è lui? Questo chi è?". Lui era diverso. Mio padre prima di avere figli, era diverso. Non siamo stati noi, però. Mio padre era estremamente affettuoso. […] Nell'ultimo periodo, mio padre sembrava un film horror. Aveva portato una cappa nera dentro casa. Chiedeva a me i soldi perché io facevo pianobar. Lui aveva problemi economici. La sera prima di ammazzarsi, mi portò un rullino fotografico con dentro centomila lire: "Così non potrai dire che non te li ho resi". Poi mi salutò dalla finestra. […] "Ho fatto fatica per mantenere mia madre e mia sorella. Quando qualcuno mi tratta male, mi girano i coglioni perché non sanno quello che ho fatto per essere dove sono oggi. Non voglio che la mia fama mi preceda, ma voglio sempre essere messo alla prova e dimostrare di essere quello che sono.

Il suicidio del padre di Morgan

Morgan ha parlato in questi termini del suicidio di Morgan: "Si è tolto la vita in un modo davvero elegante. Ha preso una lametta, è partito dal polso e ha seguito tutto il braccio fino al collo. Poi ha fatto la stessa cosa sull'altro braccio. Si è disegnato le vene e mi sorprende, perché non era un romantico, non era un artista. Cosa posso fare se non trovare una forma artistica nella morte di mio padre? Mi è sempre venuto un punto di domanda gigantesco. Il padre è l'istituzione, è l'uomo che ti insegna il bene e il male. È l'uomo che ti fa conoscere il mondo. Implode, sparisce, decide di lui di dire basta. E da quel momento ti cade tutto. Perdi tutto quello che sapevi della vita fino a quel mondo. È come un Governo che fa un golpe". E ancora: "Il suicidio non è un atto egoistico, ma è un atto folle. Tu non vedi più niente. Guardi e non vedi. Vedi buio. Non c'è un'uscita, non trovi più l'uscita. Quando uno si ammazza, non vede più l'uscita".

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