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Michela Murgia dopo le nozze con Lorenzo Terenzi nelle foto della cerimonia con la sua famiglia queer

Michela Murgia dopo il matrimonio con Lorenzo Terenzi celerato per “avere diritti”, festeggia la famiglia queer: al party in bianco in giardino anche Roberto Saviano. “Completamente bianca per tutti, de-sacralizza il colore nuziale, che cambia significato: il bianco è inclusivo, sintesi additiva di tutti i colori dello spettro”.
A cura di Gaia Martino
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Michela Murgia dopo la diagnosi di carcinoma renale giunto al quarto stadio, ha sposato Lorenzo Terenzi con un rito civile lo scorso 15 luglio. Una scelta compiuta controvoglia, presa solo per "avere diritti che non c’era altro modo per ottenere così rapidamente". Anziché celebrare questa istituzione, nella quale non crede, ha voluto mettere al centro dei festeggiamenti la sua famiglia queer. Tutti vestiti di bianco con abiti disegnati da Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, parte di una mini collezione familiare no gender, si sono divertiti nel giardino di casa Murgia. Tra gli invitati anche Roberto Saviano.

Le immagini della festa: "Le persone prima di tutto, il resto chiacchiere"

Michela Murgia ha condiviso su Instagram un video contenente le immagini dei festeggiamenti della famiglia queer, un atto politico sulla genitorialità oltre i legami di sangue. "Le persone, prima di tutto. Il resto sono chiacchiere", le parole della scrittrice e attivista su Instagram nel post con le foto del suo giorno speciale.

"God save the Queer" è la scritta che compare sull'abito bianco della festeggiata, disegnato da Maria Grazia Chiuri, che interpreta alla perfezione il suo spirito. A proposito della collezione, la scrittrice due giorni fa ha raccontato la sua nascita.

La nascita dell'abito che rappresenta "lo spirito queer del nostro stare insieme"

"Quando Maria Grazia Chiuri mi ha detto “voglio disegnarti l’abito da sposa” ho provato imbarazzo: non mi considero una sposa. Il fatto che tutt3 continuino a romanticizzare la questione e farci le congratulazioni non cambia la realtà: io e Lorenzo abbiamo firmato un contratto con lo Stato per avere diritti che non c’era altro modo per ottenere così rapidamente". Così Michela Murgia ha cominciato il suo racconto su Instagram negli ultimi giorni, in un post che raffigura le bozze dell'abito disegnato dalla direttrice creativa di Dior. "Sappiamo che abbiamo fatto uso di un privilegio: mutuo, adozioni, agevolazioni fiscali, sono tutte cose che, se le chiedessimo ora, ci sarebbero concesse in quanto due e in quanto maschio e femmina, ma per questo abbiamo dovuto ricorrere allo strumento del binarismo eterosessuale come norma naturale dei rapporti, cioè quello contro cui ci siamo sempre battut3. “Vorrei rendere politico il nostro vissuto per mostrare che abbiamo trovato un altro modo per stare insieme, un modo che il governo vorrebbe ridurre a stranezza sociale da perseguitare e invece è già la vita normale di tante persone”.

Così Maria Grazia Chiuri ha capito cosa volesse la scrittrice e tre giorni dopo le ha presentato la mini collezione che interpreta alla perfezione "lo spirito queer del nostro stare insieme":

Completamente bianca per tutti, de-sacralizza il colore nuziale, che cambia significato: il bianco è inclusivo, sintesi additiva di tutti i colori dello spettro. Nella collezione di cui ci ha fatto dono, realizzata ad hoc, ci sono solo pezzi intercambiabili, no gender, tra i quali ciascunə ha scelto la combinazione che meglio esprimeva la sua identità. Sul mio vestito c’è un ricamo prezioso di perline: “God save the queer”, la stessa frase che appare sulla t-shirt personalizzata. Quel che siamo, multipli forti, è perfettamente rappresentato da questo incredibile discorso di tessuti e modelli, frutto della sensibilità creativa di una donna, un’amica, che ogni giorno mi dà lezioni di generosità, acume e professionalità.

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