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Max Cavallari dei Fichi d’India: “Con Bruno all’inizio ci stavamo sulle pa**e, poi diventammo cognati. Mi manca”

Max Cavallari ha ricordato Bruno Arena, amico e collega con cui ha formato il duo comico dei Fichi d’India, scomparso nel 2022: “Mi manca tanto, ma è sempre presente ‘tramite’ me”. E sul loro rapporto: “All’inizio ci stavamo sulle pa**e, non mi voleva perché ero imbranato. Poi siamo diventati anche cognati”.
A cura di Elisabetta Murina
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"Mi manca tanto, ma è sempre presente ‘tramite me". Max Cavallari continua a tenere vivo il ricordo di Bruno Arena, scomparso nel 2022 in seguito a un aneurisma, con cui per anni ha formato il duo comico dei Fichi d'India. Intervistato da Il Corriere della Sera, il comico ha ripercorso la sua carriera, dal primo incontro con l'amico e collega alla loro idea di comicità. "Eravamo clown senza regole", ha spiegato.

Max Cavallari ricorda Bruno Arena

Bruno Arena è morto nel 2022 dopo un aneurisma che lo colpì diversi anni prima durante le prove di Zelig. "Mi manca tanto, ma è sempre presente ‘tramite' me: la gente viene ai miei spettacoli e riscopre i personaggi dei Fichi d'india", ha spiegato Cavallari che tiene vivo il ricordo del collega e compagno sul palco. Tra loro anche un legame familiare: "Forse nessuno sa che Bruno era pure mio cognato: ho avuto una figlia dalla sorella di sua moglie. Sono padrino di suoi figlio, lui della mia Alice, sua nipote". Anche se in realtà cercavano di frequentarsi di non frequentarsi spesso fuori dal lavoro: "Ci trovavamo a Natale e ai compleanni, per il resto non ci frequentavamo molto perché eravamo come il più e il meno delle batterie".

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Dopo il malore che colpì Bruno nel 2013, Max Cavallari pensò di smettere, ma poi abbandonò l'idea e decise di continuare proprio grazie a lui: "Quando andavo a trovarlo mi faceva capire che dovevo continuare. Gli amici sono scappati, i parenti anche, tranne i genitori. I fans mi hanno invece telefonato: sulla loro spinta ho ricominciato. Bruno è come se ci fosse ancora, tant'è che sono Max Cavallari dei Fichi d'India".

"La nostra comicità era elementare, facevamo ridere con poco"

Max Cavallari ha anche fatto una riflessione su come la comicità sia cambiata nel corso degli anni, diventando oggi qualcosa di lontano da come era un tempo: "La nostra comicità era elementare, di pancia. Era avanspettacolo: facevamo ridere con poco. Tutti i personaggi sono nati dal genere del popolo, eravamo clown senza regole. Tutto questo oggi manca, ora la comicità è volgare". I tormentoni che hanno contribuito a renderli celebri, come “ahrarara” o “tichi tic”, sono nati per caso:

Con quelle due battute mi sono fatto la casa. Ahrarara nasce da Sergio Baracco, che vendeva gioielli e aveva la erre moscia, ci ha incantato, così anche noi facevamo i commercianti di pseudo pietre preziose: una volta Bruno andò all’ospedale perché si era messo un topazio finto nel naso e non riusciva a toglierlo.

La nascita del duo comico I Fichi D'India

Max Cavallari e Bruno Arena si sono uniti artisticamente nel 1988, dando via al duo comico I Fichi D'India. Un nome che riassume l'essenza delle rispettive personalità: "Lo abbiamo scelto perché i fichi d'India sono pungenti fuori e dolci dentro". Tra loro non fu un ‘colpo di fulmine', anzi, tutto il contrario: "Ci stavamo sulle palle. Bruno era come il ragazzo più grande che all'oratorio non ti fa giocare: era allenatore di basket e non mi voleva perché ero imbranato". Il primo incontro un'estate a Palinuro: "Bruno era animatore dei villaggi Touring, io lavoravo in un’altra struttura e nella discoteca il Ciclope, dove c’era un ragazzino che saltava come un matto. Dissi: “Chi è quella scimmia?” Era Jovanotti… Conobbi Bruno: “Ah, tu sei quel cretino che non mi fa giocare?”.

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