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Massimo Giletti su chiusura Non è l’Arena: “In Italia non è facile fare certa tv, mi volevano fuori”

Massimo Giletti chiude la puntata della sua trasmissione su Rtl parlando dell’improvviso stop del suo “Non è l’Arena”. Il giornalista ringrazia La7 per il lavoro svolto in questi anni, ma dichiara di non poter parlare approfonditamente per rispetto all’azienda.
A cura di Ilaria Costabile
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Dopo la sospensione del suo programma tv, "Non è l'Arena", Massimo Giletti nel corso della sua trasmissione su Rtl 102.5 che conduce con Luigi Santarelli, ha commentato quanto sta avvenendo in queste settimane, in cui sono state maturate varie ipotesi sull'improvviso stop della trasmissione. Il giornalista ha esplicitamente dichiarato di non poter spiegare apertamente per rispetto nei confronti di La7, i motivi di questo blocco, ma dichiara di avere "la coscienza a posto".

Il commento di Massimo Giletti

Un lungo commento, quello lasciato da Massimo Giletti in chiusura di puntata su Rtl, in cui sottolinea come adoperarsi per portare avanti una certa idea di giornalismo, costruendo un determinato tipo di programma, non sia talvolta ben visto dagli editori, ma dichiara di non poter spiegare come vorrebbe cosa c'è dietro lo stop della sua trasmissione:

Vorrei dire tante cose, e verrà il giorno in cui potrò dirle. In questo momento ho tanto rispetto per i magistrati, data la situazione delicata. L’importante è avere la coscienza a posto, poi la verità verrà fuori. Ho un contratto che mi vincola all’azienda in cui ho lavorato per sei anni, e per rispetto a questo contratto non posso parlare senza autorizzazione e chiarire in modo serio.

Il giornalista non perde occasione di ringraziare chi, anche solo con un messaggio, ha fatto sentire il suo supporto in una situazione delicata e poco chiara a chi vi assiste dall'esterno: "Devo dire grazie alle centinaia di persone che continuano a mandarmi messaggi di sostegno, non per me ma per tutto il gruppo di lavoro. Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione, che va a disturbare chi sta nei palazzi, ma bisogna avere il coraggio di farla". 

Il ringraziamento a La7

Lo sfogo di Massimo Giletti si chiude con un ultimo ringraziamento all'azienda di Urbano Cairo che in questi anni gli ha permesso di portare avanti il suo lavoro, sebbene i temi trattati abbiano infastidito più personalità, secondo quanto racconta il giornalista. Il conduttore, quindi, si congeda dicendo:

Quando c’è una situazione delicata, abbiamo il dovere doppio di andare nelle sedi corrette, io l’ho fatto, il resto sono chiacchiere. Ci sono intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice ‘Va chiuso Giletti’. L’ho letto su La Repubblica, Marcello Dell'Utri. Sono intercettazioni che fanno capire quanto quel lavoro era importante. Ma noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell’azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni.

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