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Massimo Giletti: “Mai più sentito Cairo. Vivo una situazione complessa e ho una scorta”

Massimo Giletti torna a parlare di Urbano Cairo dopo l’interruzione dei rapporti con La7 e il suo ritorno in Rai. E in seguito alle inchieste sulla mafia che lo hanno costretto a vivere sotto scorta, ammette: “Vivo una situazione complessa”.
A cura di Stefania Rocco
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Massimo Giletti torna a parlare del rapporto con Urbano Cairo a pochi mesi dal suo ritorno ufficiale in Rai dopo l’interruzione dei rapporti con La7 in seguito alla chiusura anticipata di Non è l’Arena. Intervistato da Maria Latella nel corso di una puntata del programma A casa di Maria Latella, in onda oggi 17 settembre in seconda serata su Rai3, Giletti si è raccontato alla vigilia del ritorno ufficiale sulle reti Rai con il format Lo stato delle cose.

Il rapporto tra Massimo Giletti e Urbano Cairo

Un rapporto, quello con Urbano Cairo, che si è interrotto in seguito alla decisione dell’editore di sospendere con qualche puntata di anticipo Non è l’Arena. “Per me la sofferenza è stata vedere distruggere un gruppo di amici, di fratelli perché avevo creato dei gruppi di lavoro fortissimi”, ha spiegato il giornalista, “Con Cairo non ci siamo più sentiti ma il tempo aiuterà a incontrarsi. Magari in modo strano, occasionale. Io guardo al futuro e comunque mi piacerebbe fare una chiacchierata”.

La vita di Massimo Giletti sotto scorta: “Situazione complessa”

Giletti vive sotto scorta da quando  il boss mafioso Filippo Graviano fu intercettato mentre, in carcere, parlava del giornalista e del magistrato Nino Di Matteo. “C'è stato l'incontro con Baiardo, l'uomo molto vicino ai fratelli Graviano, lo stesso che aveva annunciato l'arresto di Matteo Messina Denaro, due mesi e mezzo prima che accadesse. E non credo sia un veggente”, ha aggiunto Giletti tornando alle inchiesta condotte in quel periodo insieme alla sua squadra di lavoro, “Noi siamo andati a toccare dei temi molto complessi perché quando parli di mafia e fai i numeri parlando di mafia, finisci col toccare dei poteri. Io credo che il problema vero fosse quello, il contenuto di ciò che noi stavamo facendo. Il contenuto, non il costo”. Una vicenda complessa che non si è ancora conclusa: “Il caso giudiziario è ancora aperto. Aspettiamo. Ho visto tante intercettazioni interessanti, Marcello Dell'Utri intercettato dalla Dia dice al capo dell'ufficio legale di Fininvest ‘Giletti deve essere chiuso', io ne ho preso atto. Quella è una verità, non di Giletti, una verità”. Infine, racconta com’è cambiata la sua vita dal momento dell’attribuzione della scorta:

Ho una scorta, vivo in una situazione complessa che è peggiorata negli anni. Ma ho visto ragazzi, giovani giornalisti che per 20 euro ad articolo rischiano la vita. La domanda è perché in questo Paese chi fa inchiesta è sotto scorta? Non va bene”.

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