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Maria Cristina Maccà è stata l’ultima figlia di Fantozzi: “Per campare oggi faccio la doppiatrice”

L’attrice vicentina, che nel 1996 interpretò sia Mariangela che la nipote Uga Fantozzi nell’ultimo capitolo della saga, racconta la sua esperienza nel mondo del cinema e le difficoltà del settore attuale.
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Maria Cristina Maccà, attrice vicentina classe 1967 che nel 1996, a 29 anni, interpretò sia Mariangela che la nipote Uga Fantozzi nell'ultimo capitolo della saga popolarissima con Paolo Villaggio e Milena Vukotic. Una storia che purtroppo rivela un'esperienza altalenante nel mondo del cinema e le grandi difficoltà del settore attuale.

"Mi fermano ancora per strada perché si ricordano di me"

Intervistata da Marianna Peluso per il Corriere del Veneto, l'attrice racconta: "La gente per strada mi ferma perché si ricordano ancora del film ‘Fantozzi – Il ritorno' del 1996 in cui interpretavo sia la figlia Mariangela che la nipote Uga Fantozzi. Incredibile". Nonostante una carriera con oltre quaranta film all'attivo, collaborazioni con registi come Monicelli, Avati, Vanzina, Benigni e Neri Parenti, oggi l'attrice si trova ai margini del sistema produttivo, un mondo che descrive come "degenerato". Sul set con Paolo Villaggio, contrariamente alle voci che circolavano, Maccà racconta: "Ne avevo sentito parlare in modo decisamente poco piacevole, invece incontrarlo sul set è stato bellissimo: era molto gentile e premuroso con tutti".

Maria Cristina Maccà in una scena del film.
Maria Cristina Maccà in una scena del film.

"La Rai? Se non hai agganci non entri"

Il suo giudizio sul sistema attuale del cinema e della televisione è impietoso: "C'è troppo affollamento nella preparazione di un film. Anni fa mi rapportavo direttamente a registi e aiutoregisti, adesso c'è il casting director che non può sapere cos'ha in testa un regista". E sulla Rai aggiunge: "Se non hai agganci, non entri. Se non ti fai considerare dai vertici dell'azienda, non verrai mai preso in considerazione. Manco i registi contano più": Particolarmente critica verso i nuovi metodi di selezione degli attori: "Per non parlare dei self tape, ovvero i provini che si fanno da remoto. Io non sono brava con la tecnologia e quindi non mi chiamano più. Ma i provini non si possono far così, da casa".

"Per campare oggi faccio il doppiaggio"

La sua visione della meritocrazia in Italia è amara: "Più sei mediocre e più vieni preso in considerazione. Più sei un'eccellenza e più sei sottovalutato, ma questa è una storia vecchia". Per quanto riguarda il futuro, le sue parole sono semplici e dirette: "Vorrei lavorare, come tutti. Per campare faccio anche doppiaggio". E conclude con una riflessione che suona come un epitaffio di un'epoca: "C'è gente che ha fatto la storia del cinema eppure non lavora. I ragazzi che escono dall'accademia, oggi che prospettive hanno? Se Paolo Villaggio fosse vivo, non si riconoscerebbe in questo sistema".

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