Margherita Rebuffoni ricorda la figlia Nadia Toffa: “Un dolore che ancora oggi non riesco a metabolizzare”
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Margherita Rebuffoni è stata ospite di Verissimo nella puntata di sabato 1 marzo. Nello studio di Silvia Toffanin, la mamma di Nadia Toffa ha ricordato la figlia, scomparsa nell'agosto del 2019 a causa del cancro.
Margherita Rebuffoni ricorda la figlia Nadia Toffa
"La sento vicina sempre, anche quando ci sono dei momenti no", ha spiegato Rebuffoni ricordando la figlia Nadia Toffa. Nonostante siano passati cinque anni dalla sua morte, la mamma la sente vicina a sè ogni giorno, quasi come se non se ne fosse mai andata. È stata la donna a starle vicina nell'ultimo periodo della sua vita, da quando è arrivata la diagnosi a tutta la durata della malattia, senza lasciarla sola neanche un attimo. "Abbiamo creato una fondazione, che è diventata anche una Onlus. Stiamo facendo tutto quello che possiamo. Io e mio marito siamo sempre in viaggio, ha avuto una aneurisma ancora prima di Nadia, ma oggi sta bene. Insieme ci siamo consolati, guardiamo le sue foto e video", ha spiegato Rebuffoni.
La donna ha poi ricordato le notti della figlia, giornalista de Le Iene, passate a scrivere il libro che lei ha pubblicato postumo, dal titolo Non Perder tempo a piangere:
Nella notte scriveva anziché dormire, sono stata io a pubblicare i suoi libri. Ha cominciato a raccontarsi da quando era piccola, è un dono che mi ha fatto. Nadia aveva una grande fede, mi diceva di pregare nei momenti più difficili e questa cosa ci rasserenava davvero. Non c'è mai stata disperazione perché ricordavo i momenti belli. L'ho sognata solo una volta, ha detto che ci protegge.
Gli ultimi giorni di Nadia Toffa
Nello studio di Verissimo, Silvia Toffanin ha letto alcuni passi del libro che racconta la storia di nadia Toffa, scritto dalla mamma Marfherit aRvuueur. La donna ha raccontato la notte in cui la figlia è morta, erano le prime ore del mattino del 13 agosto 2019. "Era sbiancata, abbracciata a me, sentivo il suo respiro che se ne andava", ha ricordato Rebuffoni. "Mi diceva che non voleva lasciarmi, ho dovuto dirle ‘vai, sono serena'. Dopo quelle parole, se ne è andata. Era pallida ma bellissima, serena. È stata una cosa dolorosa che ancora oggi non riesco a metabolizzare, l'ho aiutata a diventare un angelo. Non voleva andarsene ma sapeva che doveva andarsene, ha messo l'abito che ha voluto", ha poi aggiunto.