Marco Masini: “Iniziai a perdere i capelli da ragazzo, oggi ho quelli artificiali giapponesi”
Marco Masini in una lunga intervista al Corriere ha raccontato aneddoti sulla sua lunga carriera, i retroscena della vita pubblica e privata: "Ho una compagna da qualche anno", le sole parole sulla vita amorosa. Oltre 7 milioni di dischi venduti, il ritorno a Sanremo, poi lo stop nel 2001 dopo aver denunciato "voci che portasse sfortuna": "Non volevo ritirarmi , solo avvisare i miei fan che non era colpa mia se non mi si vedeva più in giro. Le tv non mi volevano ospitare. Quelli della mia casa discografica mi comunicarono: “Ci spiace, ma sei un prodotto invendibile". Oltre 30 anni di carriera, Marco Masini rifarebbe tutto ciò che ha vissuto, tranne lo schiaffo al papà e la performance quando morì sua madre. "Avevo 18 anni e di lei mi resta un ricordo sbiadito ma dolcissimo, è stata un angelo che mi ha salvato tante volte e mi salva ancora. Stava già male, ma avevo un concerto alla Bussola di Chianciano Terme. Ho rispettato l’impegno. La più grande caz*ata della mia vita".
L'amicizia con Carlo Conti, Panariello e Pieraccioni
Marco Masini ha raccontato dell'amicizia con Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni: "Ogni estate noi quattro bischeri ci si ritrova a casa di Carlo a mangiare focaccia all’olio sfogliando i giornali sportivi con le dita unte, discutendo delle amichevoli d’agosto e degli affari più improbabili del calciomercato. E il più scatenato del gruppo sono proprio io". Il cantante ha svelato di essere quello che "racconta barzellette, che arriva sempre tardi, che non vuole mai andare a letto, quello che più mi prendono per il cu*o e più mi diverto". Ha rivelato che Carlo Conti invece è il più saggio del gruppo, Leonardo sensibile, mentre Giorgio Panariello il "milanista sfegatato. E poi è molto sensibile, ha passato momenti difficili con suo fratello ed è stato uno dei primi a starmi vicino quando ne ho avuto bisogno, riesce sempre a sdrammatizzare e questo aiuta".
Conobbe Carlo nel 1980 in radio, quando faceva il dj. "Scrisse un pezzo per la sigla del programma: “It’s okay it’s all right”, che arrangiai io. Come andrò? Chiedetelo a lui. Però i miei veri amici sono anche Riccardo il ferramenta, Giuseppe il rappresentante e Giacomo il parrucchiere, c’erano già prima di Carlo, Leonardo e Giorgio e ci saranno sempre".
Il ricordo dello schiaffo al padre: "Lo sbaglio più grande della mia vita"
Marco Masini a 18 anni, ricorda, mollò uno schiaffo al padre. "Lo sbaglio più grande della mia vita. Avevo 18 anni, volevo andare a suonare con la band, sarei stato fuori per tanti giorni, viaggiando in auto di notte. Papà aveva paura. “Tu non ci vai”. “Io fo quel che mi pare”, urlai. E prima che lo facesse lui, gli diedi quello schiaffo. Rimase immobile, incredulo. Non mi punì nemmeno e fu quasi peggio. Gli ho chiesto scusa tante volte, però il rimorso mi resta ancora dentro". Giancarlo Masini era il rappresentante di prodotti per parrucchieri, provò anche lui a frequentare un corso tecnico sul mestiere, ma "Non ho mai tinto i capelli a nessuno, tantomeno i miei, però in caso sarei in grado". Da ragazzo cominciò a perdere i capelli:
Ho cominciato a perderli da ragazzo, quando facevo il servizio militare nella Vam, la vigilanza dell’aeronautica, per colpa dell’elmetto stretto. Non ho fatto il trapianto, ma un rinfoltimento con capelli artificiali, sono giapponesi, tengono fino a 80 kg di strappo.
Qualche schiaffo, inoltre, lo ha preso anche lui, per la Fiorentina, la sua squadra del cuore. "Trasferte impossibili, freddo, treni regionali strapieni, in quattro in una singola più i tamburi, perché ero capo tamburino. mi sono accontentato di giocare per la nazionale cantanti, mezzala destra".
Dal Festival nel '90 al successo
Nel '90 Marco Masini vinse il Festival di Sanremo, categoria Nuove Proposte, con Disperato: "Vendetti 850 mila copie, tantissime. Però non me la sono goduta come avrei dovuto. Purtroppo gli anni più belli e felici sono anche quelli consumati più in fretta. Sul momento non apprezzi ciò che hai, se li potessi rivivere sarei diverso". Nel corso del primo Festival a cui partecipò conobbe i Pooh, "Mi hanno incoraggiato come degli zii, sono tuttora dei fratelli maggiori. E mi hanno insegnato dei trucchi per stare sul palco". L’anno dopo arrivò terzo tra i Big con Perché lo fai, dietro Riccardo Cocciante e Renato Zero: "Renato fu carinissimo, un amico anche lui. Mi disse: “Se io smetto, continui tu per me".
La sua musica aiutò numerose persone, "Mi accusarono di parlare di droga senza competenza. In quel periodo ricevevo 400 lettere al giorno, in molte c’era scritto: “Sai Marco, dopo averti ascoltato, da domani provo a smettere”. La musica è un linguaggio universale, ero contento di poter fare qualcosa di buono per gli altri". Sul suo singolo di successo, Bella stron*a, ha raccontato di non averla dedicata a nessuno: "Chi nella vita non ha mai incontrato una bella str..a o un bello stron*o?"
"Non volevo ritirarmi, un addetto ai lavori quando mi nominavano faceva le corna"
Nel 2001 annunciò che non avrebbe cantato più: "Non mi rovineranno la vita come a Mia Martini" disse. Al Corriere ha spiegato che la sua volontà non era quella di ritirarsi: "Non volevo ritirarmi , solo avvisare i miei fan che non era colpa mia se non mi si vedeva più in giro. Le tv non mi volevano ospitare. Quelli della mia casa discografica mi comunicarono: “Ci spiace, ma sei un prodotto invendibile”". Un addetto ai lavori, ha spiegato, faceva le corna o altri scongiuri ogni volta che lo nominavano: "I colleghi, gli amici, per fortuna mi sono rimasti vicini. Eros Ramazzotti è tra quelli che più mi hanno difeso".
Sulla vita privata: "Ho una compagna"
Estremamente riservato, Marco Masini ha raccontato di avere una compagna da qualche anno. "Non mi sono fermato, sistemato, non ho famiglia. Ho amato e sono stato amato, ho tradito e sono stato tradito, ho lasciato e sono stato lasciato", le parole al Corriere aggiungendo di aver avuto numerose corteggiatrici tempo fa. "Una volta me ne trovai una in casa, alle quattro di notte, che dormiva nel mio letto. Sul momento, stanco com’ero dopo il viaggio, credevo di essere in hotel e di aver sbagliato stanza. Era entrata da un buco nella recinzione, scavalcando la finestra", il racconto della storia che si concluse con la chiamata al taxi per farla andare via.