Mago Forest: “La comicità è cambiata, la tv si deve fare come si fa sui social”
Mago Forest, al secolo Michele Foresta, sta per cominciare una nuova stagione al GialappaShow. In una intervista a Libero, il comico e mago racconta i suoi inizi, il sogno di lavorare proprio con loro, con la Gialappa's Band e come è cambiato il mondo dell'intrattenimento: "Con il dovuto rispetto per la televisionegeneralista, non ci si può non accorgere di come è cambiato il modo di fruire della televisione tra i ragazzi".
Le parole di Mago Forest
Nato a Nicosia, cittadina del libero consorzio comunale di Enna, Mago Forest ha iniziato giovanissimo, imitando i maghi degli anni '70: "Sui 93.700 megahertz di Radio Nicosia facevo il Mago Gustavo. Parlava d’amore, lavoro, salute e non davomai speranze alle persone che chiamavano. Naturalmente era tutto uno sketch. Poi il mago Nelson, un altro ragazzo che era lì in zona, mi chiese di fare spettacoli insieme. Così io iniziai a copiare Mac Ronay un artista francese che vedevo su Studio Uno. Avevo 16/17 anni. Da lì poi iniziai ad approfondire il ruolo del mago scemo.Adesso sonoarrivato afrequentarei clubeicongressi dei maghi in giro per il mondo".
"La televisione è cambiata"
La televisione è cambiata, ammette Mago Forest, ma lui è uno di quelli che riconosce e accetta la trasformazione parlando di "cicli della comicità":
Credo si possa parlare di cicli. C’è stato il ciclo del Drive In, del Bagaglino, della Gialappa’s, di Zelig. Adesso è cambiato tutto. Quando iniziammo con la Gialappa's, la tv aveva ancora il tubo. Con il dovuto rispetto per la televisione generalista, non ci si può non accorgere di come è cambiato il modo di fruire della televisione tra i ragazzi. Ora per mantenere alta la soglia dell’attenzione tutti cercano di fare prodotti brevi come si fa sui social, anche questo è un modo di adeguarsi ai tempi. Anche noi al GialappaShow abbiamo tenuto la struttura storica con citofono e presentatore inadeguato, ma a tutti i comici abbiamo chiesto di portare prodotti nuovi che si possano spezzettare facilmente. Da una parte è buono così ci si annoia con più cose anziché con una soltanto. Anche perché credo che quello che manca di più oggi non sonoi contenuti che sono tutti lì a disposizione ma la voglia di cercarli. Ricordo che io quando andavo all’estero passavo ore a cercare videocassette per conoscere artisti stranieri. Cose che oggi si trovano facendo un giro sulle piattaforme.