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Luxuria: “Figli? Mi legai a un bambino di 8 anni, sentii la sua delusione quando non lo adottai”

Vladimir Luxuria ricorda l’unica volta in cui abbia mai desiderato avere un figlio: “In Mozambico mi affezionai a un bambino di 8 anni. Vidi la delusione nei suoi occhi quando capì che non lo avrei adottato. Lo avrei fatto, se avessi potuto”.
A cura di Stefania Rocco
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Vladimir Luxuria confessa di non pensare più alla possibilità di diventare madre. Non adesso, a 58 anni, quando ritiene che quella fase della sua vita sia passata. Ma, in un’intervista al Corriere della Sera, racconta amara di quanto, subito dopo la vittoria all’Isola dei famosi, un bambino di 8 anni riuscì a far breccia nel suo cuore al punto da spingerla a pensare a un’adozione che non si sarebbe mai realizzata: “Ora ho 58 anni, non ci penso più. Ma dopo aver vinto l’ Isola dei famosi , avevo dato il 50 per cento del compenso all’Unicef ed ero andata in Monzambico. Lì mi sono affezionata a un bambino di 8 anni, Enock e ho visto la sua delusione quando ha capito che non lo avrei adottato. Se avessi potuto lo avrei fatto, quel bimbo aveva smosso qualcosa in me. È stata l’unica volta”.

Il padre di Luxuria: “Uomo di destra, non approvava fossi trans”

Molti sono i nodi che Luxuria è riuscita a scogliere negli anni, a partire dal rapporto con il padre, autotrasportatore pugliese che non approvava il fatto di avere una figlia transessuale: “Si chiama Antonio, faceva l’autotrasporatore, a Foggia. Mi vide per la prima volta con addosso gli orecchini e un po’ di trucco mentre ero seduta su una panchina della piazza. L’amico con cui stava passeggiando gli aveva fatto cenno, dicendogli: ‘Guarda quel ricchione. Il suo sguardo mi trafisse l’anima, sarei voluta sprofondare in una botola”. Dopo quell’episodio, fu complesso tornare a casa:

Fu molto complicato. Sentivo già dal pianerottolo che rimproverava mia mamma per l’educazione sbagliata che mi avrebbe dato. Avevo 15 anni e mi dispiaceva molto dargli questo dispiacere. Per un certo periodo ho provato a soffocarmi. Vedevo Renato Zero in tv con la tutina di pelle che cantava Mi vendo e volevo urlare “che figoooo” mentre eravamo a tavola, invece stavo zitta e sentivo papà dire: “Dovrebbero mandarli al confino”. Ci sono stati molti processi di avvicinamento ma al primo pride organizzato a Foggia, lui ha messo a disposizione il suo camion per trasportare drag queen che ballavano sulla musica di Gloria Gaynor. Ho visto in lui il cambiamento, anche se per qualcuno non mi ci sarei mai dovuta confrontare. Resta un uomo di destra,  tifa per Meloni. Però mi ha detto che se mi fossi candidata a Foggia con Rifondazione, sarebbe stata l’unica volta in cui avrebbe votato i comunisti in vita sua.

Il rapporto con la chiesa: “Il mio prete voleva che reprimessi la mia sessualità”

Non fu solo il padre di Luxuria a rendere più difficoltoso il suo percorso verso l’accettazione. Diversi sono gli episodi di omotransfobia che hanno costellato il suo cammino. Quelli violenti e quelli sottili: “A Foggia ero famosa: ero il ricchione. Quando confessai al mio prete, don Antonio, che sentivo di avere un’identità di genere diversa, mi rispose che se volevo continuare a frequentare la chiesa dovevo deglutire questa roba, reprimerla. Per me quindi sentir dire dal Papa che anche le trans sono figlie di Dio, attenzione, declinandoci al femminile, è stata una rivoluzione”.

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