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Luigi Pelazza, vacanza rovinata: “Non posso entrare in Marocco perché sono in una black list”

La iena si è visto negare l’ingresso in Marocco per un vecchio servizio: “Documentai la prostituzione minorile ma non mi aspettavo di finire in black list”.
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Vacanze rovinate per Luigi Pelazza. Era a Tarifa, in Andalusia, pronto per imbarcarsi per il Marocco che però gli ha negato l'ingresso: "A causa di un servizio che ho fatto sulla prostituzione minorile. In Marocco non ci potrò entrare mai". La famiglia di Luigi Pelazza ha proseguito per il Marocco, mentre invece Luigi Pelazza è rimasto a Tarifa e si è messo in contatto con la Farnesina e con l'ambasciatore italiano in Marocco: "Li ringrazio pubblicamente perché si sono spesi per me tantissimo, ma se ho capito bene le autorità marocchine non mi faranno mai più entrare in Marocco".

Il racconto di Luigi Pelazza

Luigi Pelazza ha spiegato tutta la sua disavventura: "A me il Marocco piace, ma non posso entrarci. Cosa dovrò fare per entrare in Marocco? Una lettera di scuse a sua maestà il Re". 

Le autorità marocchine mi hanno vietato l'ingresso. Ho consegnato il passaporto, loro hanno inserito i dati e siccome sono all'interno di una black list perché ho fatto un servizio sulla prostituzione minorile, io in Marocco non ci potrò entrare mai. Abbiamo deciso con mia moglie che loro dovevano proseguire col tour assieme a un'altra coppia di amici, io venerdì pomeriggio sono tornato a Tarifa e ho chiamato immediatamente la Farnesina e mi hanno messo in contatto con l'ambasciatore italiano che sta a Rabat. Ho spiegato le ragioni per cui io ho fatto quel servizio, ho spiegato che ero lì in vacanza e non per fare un servizio, ma mi hanno negato l'ingresso. Faccio parte de Le Iene da 23 anni e si va in giro per il mondo a raccontare i fatti di cronaca, storie belle o meno belle, ma non succede che se raccontiamo una cosa negativa, quel paese ci vieta l'ingresso.

Quello che però adesso Luigi Pelazza dovrà fare è chiedere scusa ufficialmente al Re per iscritto: "Lo farò, ma ribadirò i motivi che mi hanno spinto a fare il servizio. Non perché ce l'avevamo col governo marocchino o coi marocchini. Siamo venuti a raccontare uno spaccato della società che tra l'altro esiste ancora". 

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