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Lo sceneggiatore Charlie Kaufman su Hollywood: “È messa male, si fanno film con lo stampino”

Lo sceneggiatore Charlie Kaufman ha parlato di come il sistema hollywoodiano sia ormai profondamente in crisi e di come l’industria non sembra più disposta a rischiare come un tempo.
A cura di Ilaria Costabile
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Charlie Kaufman è uno degli sceneggiatori più noti del panorama hollywoodiano, nella sua carriera ha scritto e a volte diretto, film come Il ladro di orchidee, Anomalisa e tra gli ultimi il film Netflix, Sto pensando di finirla qui. Durante una puntata di Word by Word, il workshop settimanale su Zoom per chi aspira a diventare sceneggiatore, ha dichiarato che l'industria cinematografica americana è ormai in declino e sembra che non ci sia più la voglia di puntare su qualcosa di davvero nuovo e innovativo.

La crisi hollywoodiana secondo Kaufman

Parlando degli inizi del suo lavoro, spiegando come sono sia ad entrare nel settore e analizzando i processi creativi che hanno portato alla scrittura di alcune sceneggiature, Kaufman si è poi soffermato sulle difficoltà del mestiere al giorno d'oggi:

Penso che l’industria sia messa molto, molto male. Dovrebbe trasformarsi in qualcosa in cui le persone che hanno delle voci particolari possano fare film, perché penso che ne abbiamo bisogno, come società e come cultura. Penso che sia una strada molto difficile per chi cerca di farlo.

Lo sceneggiatore, poi, ha aggiunto di non voler inibire chi desidera diventare uno sceneggiatore, ma ha voluto mettere in guardia gli aspiranti autori rispetto a quello che troveranno: "Non sto assolutamente cercando di dissuadere le persone dal farlo. Penso che dovrebbero farlo se lo vogliono. Voglio capire come si possano sostenere queste persone e come si possano fare i film in modo da non avere una sola versione della realtà fatta con lo stampino che ci viene presentata da persone che vogliono solo guadagnare".

Le proteste degli sceneggiatori di Hollywood

Il discorso rientra perfettamente all'ambito di un contesto decisamente più ampio che è quello degli scioperi che stanno fermando la macchina hollywoodiana ormai da più di cento giorni. Le condizioni contrattuali degli sceneggiatori sono piuttosto precarie e, di fatti, quanto viene contestato alle major è anche l'incapacità di stipulare dei contratti che siano duraturi e che non siano soggetti all'uso intermittente di persone che creino contenuti quando necessario. Un tema sul quale si sta ancora dibattendo e che, al momento, pare lontano da una soluzione.

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