L’italianista Anselmi fan di Chiara Ferragni: “Pensare ai social come il male è stupido e da snob”
Non è passata inosservata la presenza di Gian Mario Anselmi, italianista e docente di Letteratura all’Università di Bologna, in fila per l’esclusivo incontro con Chiara Ferragni a Bologna. Tantissimi gli adulatori dell’influencer, che hanno fatto la fila davanti ad una boutique bolognese, per avere l’occasione di incontrarla anche solo per pochi secondi. Tra questi anche il professore che, raggiunto dal Corriere della Sera, si è detto sorpreso dallo stupore che il suo scatto con l’imprenditrice ha suscitato. “Sono un suo ammiratore, la seguo con interesse da anni, quindi perché no?”, spiega Anselmi. "Lì avrebbero dovuto esserci altri docenti, non solo io. Non capisco questo snobismo verso la cultura pop".
Gian Mario Anselmi riflette sul fenomeno Chiara Ferragni
Ha trascorso il pomeriggio tra la folla, immerso dai tanti ragazzi e ragazze che hanno partecipato all’evento, scambiandosi opinioni sul fenomeno Ferragni. “Il mondo universitario prende sotto gamba questi fenomeni”, assicura il professore. “Noi come insegnanti abbiamo il dovere di capirli, se no come cominciamo a dialogare con questi ragazzi? Poi arriveranno anche Dante e Macchiavelli, ma intanto partiamo dal loro mondo”, aggiunge il docente. “Umberto Eco ci ha spiegato che non c’è cultura alta e cultura bassa, ma un mescolamento di una cultura popolare e cultura d’élite e le due cose dovrebbero convivere”.
Perché è insensata la polemica sui social
Anselmi crede che Chiara Ferragni abbia saputo elevare l’utilizzo dei social a scopi di alta rilevanza sociale, promuovendo i musei, ad esempio. “La polemica sui social che sono un male è stupida. Sono un male se li usi male. Chiara li usa con cultura, abilità, eleganza”, sostiene il professore. Anselmi non ha problemi ad ammettere di essere tra i più fedeli follower di Chiara, che definisce un’ottima narratrice e “un’imprenditrice illuminata”. Ecco perché pensa sia sbagliato ignorare il suo operato. “Se sto nel mio studio a leggere e scrivere i libri non è che la realtà la capisco attraverso quello, ogni tanto devo anche entrarci dentro in questo mondo, specialmente un anziano come me, il pericolo è isolarsi da tutto”.